
di Barbara Calderola
Un buco da 270mila euro, costi moltiplicati, posti ridotti: per la prima volta nella sua storia la Casa Famiglia San Giuseppe è costretta a lanciare una raccolta-fondi per riportare i conti i pareggio. "L’ultima spiaggia per limitare il rosso ed evitare che diventi una voragine – spiega Carla Riva, presidente della Fondazione che controlla la casa di riposo -. Non abbiamo licenziato, né messo in cassa integrazione il personale per non incidere sulla qualità dell’assistenza e sui dipendenti stessi, ma il momento è molto critico". Fra le concause, il taglio dei centri diurni passati da 2 con 75 posti a uno di 15 per garantire il distanziamento e la riduzione di 8 letti su 122 imposta dai protocolli anti-virus: "Così il bilancio è sprofondato. Per evitare che la situazione peggiorasse siamo stati costretti a un temporaneo aumento delle rette: 5 euro al giorno che alzano la media a 80. I ritocchi precedenti erano nell’ordine di mezzo euro alla volta. Una misura eccezionale, condivisa dai parenti che hanno capito, dalla durata limitata: sei mesi. Poi, speriamo di lasciarci la pandemia alle spalle e tornare alla normalità. Nel frattempo, però, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti".
Il personale è la voce più pesante: 3,8 milioni su 5 complessivi di manovra annua, "un investimento che risponde a una filosofia precisa, solo così riusciamo a mantenere gli standard di qualità che sono il nostro biglietto da visita", sottolinea il presidente. Al lavoro fra ausiliari e operatori sanitari ci sono 120 addetti, più due medici a tempo pieno e quattro part-time.
"Tutte risorse necessarie anche per il moltiplicarsi di compiti frutto delle regole contro il contagio". In gioco c’è il futuro della Casa, storico punto di riferimento per il territorio dal lontano 1947, San Giuseppe è un’istituzione a Vimercate e dintorni. "Le spese sono schizzate alle stelle, i rincari, tutti legati all’infezione, erano imprevedibili a inizio anno. Le sole visite assistite degli ospiti incidono per 6mila euro al mese. Si sommano agli imprevisti, come le videochiamate, che mai avremmo immaginato di dovere utilizzare, noi che eravamo un porto di mare fra parenti e volontari e oggi viviamo blindati. Anzi, blindatissimi. Eppure, sono diventate l’unico mezzo per tenere vivo il rapporto con l’esterno. Per i nonni sono mesi durissimi, non possiamo abbandonarli". Per questo Riva lancia alla comunità e alle aziende "l’Sos per continuare a proteggerli". Donazioni (deducibili fiscalmente) all’Iban IT92I0306909606100000071041 intestato alla Fondazione, nella causale indicare: Emergenza Covid 19.