
Il punto ristoro a dicembre era stato costretto a chiudere per quattro mesi
Sopralluogo allo Stallazzo, un anno dopo la frana a Cornate. Quattromila firme raccolte da Solleva, la cooperativa che gestisce l’antica stazione di posta per riaprire la strada interrotta dallo smottamento, 1,5 milioni di euro messi sul piatto dal Pirellone per il ritorno alla normalità, in mezzo un progetto in itinere. Fra le ipotesi al vaglio, la posa di una passerella per superare il blocco. Il consigliere regionale Jacopo Dozio (Forza Italia) è tornato sulle rive del Naviglio al centro della calamità. "Questo luogo ha anche un’importante funzione di presidio del territorio e di soccorso – dice l’azzurro –. La mia presenza qui nell’anniversario del cedimento vuole ribadire l’attenzione delle istituzioni al problema".
"La giunta regionale ha messo a disposizione i fondi – ricorda Dozio – e la Provincia di Monza e Brianza ha già portato a termine i carotaggi del terreno ed è in fase di progettazione dell’intervento per rendere nuovamente fruibile l’accesso allo Stallazzo. Si sta valutando la posa di un ponte provvisorio o definitivo che sostituirebbe l’attuale percorso ciclopedonale sull’Adda, fuori uso". E che sia un problema sentito lo racconta proprio il boom di adesioni alla raccolta firme del gestore del punto ristoro, che dà lavoro a persone disabili e che a dicembre era stato costretto a chiudere per quattro mesi, preso atto del crollo dei conti dovuto alla mancanza di passaggio. Colpa del maltempo e del dissesto idrogeologico che con le piogge torrenziali di un anno fa avevano causato lo smottamento e l’interruzione della ciclopedonale, una delle vie più battute della Lombardia. I detriti avevano bloccato la sponda del canale causando il tracollo del terreno, della strada e del guardrail. Gli scorci sono molto frequentati, amati, e anche celebri grazie a Leonardo che ha fissato per sempre i paesaggi fra le due centrali idroelettriche Bertini ed Esterle nelle sue tele più amate. In attesa della soluzione definitiva Solleva, che ha riaperto a fine marzo, mette a punto progetti per lo sviluppo di una rete per la promozione del turismo culturale, "facendo tesoro delle risorse e delle indicazioni fornite dalle istituzioni e da vari soggetti al lavoro sul territorio. Siamo certi che la collaborazione tra pubblico e privato sociale sia la migliore ricetta per il rilancio dell’area, a beneficio dei residenti e dell’escursionismo di qualità".