
"Un piccolo sogno che si realizza: cenare insieme allo stesso tavolo, musulmani e cristiani, conoscersi, diventare amici, rispettarsi". Così l’associazione Desio Città Aperta ha salutato la prima edizione della “Rottura del digiuno”, svoltasi alla sede dei Missionari Saveriani in via Don Milani: un momento di condivisione, per celebrare, dopo il tramonto, la fine del digiuno, in questo periodo di Ramadan. Un successo, con oltre 150 presenti, tra i quali anche il prevosto don Gianni Cesena e il rettore dei Saveriani padre Franco Benigni: "La pace nasce da questi piccoli grandi gesti", sottolineano i referenti dell’Associazione, che ha accolto l’idea della comunità pakistana. E proprio dal leader della nutrita comunità musulmana di Desio,
Ashraf Mohammad Kokhar, è arrivato il messaggio di speranza: "Oggi siamo qui per rompere il digiuno, non solo quello dal cibo ma anche quello dell’ignoranza, del pregiudizio e degli stereotipi che purtroppo condizionano molto la nostra convivenza - ha detto -. In questo mese, i fedeli musulmani sono chiamati a porre dei limiti, ad allenare il proprio corpo a sopravvivere con poco cibo e acqua, e, in questo modo, poter anche provare ciò che prova chi ha meno di noi, a mettersi nei panni di chi non ha da mangiare e bere". È infatti nel mese di Ramadan che vengono fatti più doni per i poveri e i bisognosi, anche la “zakat” (cioè donare il 2,5% del valore della propria ricchezza) viene versata in questo periodo. "Per quanto riguarda l’aspetto spirituale - ha spiegato -, il fedele, oltre alle 5 preghiere obbligatorie, dedica tempo alle preghiere aggiuntive come recitare il sacro Corano, ricordare Allah, e la notte fa la preghiera, spesso insieme con altri fedeli. Il Ramadan è al tempo stesso cammino spirituale individuale e incontro sociale collettivo. Ogni individuo è chiamato a migliorare se stesso e la società in cui vive"..
Alessandro Crisafulli