
Tutti alla mensa di Fra Celestino. Aumentano i piatti da riempire
Il più giovane ha 35 anni. I più anziani sono pensionati, a cui l’assegno minimo non basta per arrivare a fine mese: coi pochi soldi che hanno si pagano una camera in cui vivere e dormire, ma per mettere in tavola qualcosa devono bussare alla porta dei francescani di Santa Maria delle Grazie. Sono soprattutto italiani, ma non manca qualche straniero: una donna e un ragazzo provenienti dall’Ucraina, un uomo originario dell’Iraq, altri 3 o 4 arrivati da Paesi musulmani. Sono uomini e donne, persone in difficoltà e molto spesso sole. E sono sempre di più. Sono le storie di chi riesce a garantirsi un pasto caldo solo grazie all’impegno dei frati del Santuario della Madonna delle Grazie e dei volontari che li aiutano, studenti, donne e pensionati. Queste le forze che mandano avanti la mensa francescana di Monza, che ogni mese apparecchia oltre 800 pasti, risultando una delle più attive della Lombardia in base ai dati diffusi dall’Antoniano di Bologna, a cui è legata la realtà monzese. "Da 3 mesi il numero stabile di persone che consumano il pasto nella nostra mensa è di 30-35 al giorno, dal lunedì al sabato: di queste, 30-31 restano qui a mangiare, mentre altre 4-5 vengono a prendere il pasto da portare via – racconta Fra Celestino Pagani, che segue la mensa di Santa Maria delle Grazie –. A loro si aggiungono altre 107 persone: sono le famiglie che il sabato mattina, alternativamente ogni due settimane, ritirano il pacco con i generi alimentari. Questo gruppo sta aumentando, siamo passati da 10 a 15 pacchi ogni sabato". Si rivolgono alla mensa francescana "soprattutto persone sole – spiega Fra Celestino – Un paio vivono vicino all’ex carcere, qualcuno ha casa ma è da solo, altri vivono in dormitori, spazi di accoglienza e asili notturni come Spazio 37. Arrivano qui un po’ prima del pranzo, li facciamo entrare e stare al caldo, chiacchieriamo un po’ e gli offriamo un pezzo di pizza, poi alle 11.15 fanno pranzo. Si fermano fin dopo mezzogiorno, dopo aver bevuto il caffè fanno ancora due chiacchiere e quindi se ne vanno. Si crea un clima molto familiare. La cosa bella è che si crea comunità anche fra loro". È gente di tutte le età e le provenienze. "La particolarità della nostra mensa è che ci sono tanti italiani. Sono sia uomini che donne, persone che sono in difficoltà economica, come chi prende la pensione minima e con quella si paga una camera ma a fine mese non riesce ad arrivarci", continua Fra Celestino. La mensa monzese può contare su circa 60 volontari, che ruotano 8 per ogni turno, e che il sabato mattina aiutano a preparare e distribuire i pacchi alimentari per le famiglie.
"La composizione dei volontari è molto varia: ci sono donne, ragazzini che vengono qui con le mamme a dar una mano, pensionati". Ma i bisogni sono sempre in crescita. Anche per questo esiste un’iniziativa come Operazione Pane, con cui i francescani dell’Antoniano raccolgono risorse per supportare il lavoro delle mense. Per contribuire si può mandare un sms o telefonare da rete fissa al 45538, fino a sabato. "I soldi di Operazione Pane arrivano davvero a chi ha bisogno – conclude Fra Celestino – ma la sua importanza non sta tanto nel raccogliere fondi, che servono sicuramente, quanto soprattutto nel far vedere l’operare che c’è, che c’è un movimento francescano che si muove sulla scia di San Francesco e del Vangelo. E questo ci rende fieri: mettiamo in tavola quel che San Francesco ci ha insegnato e così il Vangelo".
Nei primi 10 mesi di quest’anno le 5 mense francescane della Lombardia della rete di Operazione Pane hanno già distribuito qualcosa come 60mila pasti caldi a persone in difficoltà.