GABRIELE BASSANI
Cronaca

Tutta la Turchia in moto. La sfida estrema di Prada

L’imprenditore quarantenne di Misinto ha partecipato alla Transanatolia 2023

Riccardo Prada ha completato un’altra impresa in moto. Dopo la Gibraltar race con la quale ha attraversato tutta l’Europa da Est ad Ovest, dopo la spedizione invernale verso i Fiordi Norvegesi e un tour della Scandinavia, questa volta ha attraversato tutta la Turchia partecipando alla Transanatolia 2023.

Il 40enne misintese, imprenditore nel ramo informatico, non è nuovo a queste imprese estreme e stavolta ha dovuto confrontarsi con situazioni al limite sia sul fronte meteo che su quello delle condizioni dei tracciati. Dalle coste del Mar Nero fino a quelle del Mar Egeo, una traversata dell’antica regione dell’Anatolia durata 8 giorni, per un totale di 2500 chilometri incontrando deserto, montagna, verde, fango, tutto a bordo (ma mai in sella) ad una moto da fuoristrada completamente ricostruita in quasi un anno di lavoro di preparazione. Partenza da Samsun, arrivo a Izmir, 8 giorni di viaggio in cui ha incontrato la pioggia battente, il caldo asfissiante di giorno e il freddo di notte nel deserto. Una fatica incredibile, per un viaggio affrontato quasi tutto in piedi, perché solo così si può tenere una moto da fuoristrada, specialmente sui tracciati impervi che hanno caratterizzato la gara, al termine della quale ha ottenuto inaspettatamente, anche la qualificazione sul podio. Riccardo Prada ha guidato una Ducati Desert X, messagli a disposizione da un rivenditore ufficiale della casa di Borgo Panigale sulla quale ha lavorato quasi un anno per la preparazione, trasformandola totalmente, a cominciare dalla forte riduzione di peso. "L’obiettivo era arrivare fino al traguardo, alla fine sono pure salito sul podio di categoria ed è stato veramente un successo inimmaginabile", racconta al rientro dall’avventura. La sua moto rientrava nella categoria B3, quelle più pesanti: oltre 250 chili. Anche per questo il pilota misintese è stato sottoposto ad uno sforzo fisico impressionante. Qualche problema di troppo con le gomme, ma per il resto è andato tutto benissimo.

"Si viaggia solo con un baule dalle misure prefissate, in cui si deve mettere tutto, ma proprio tutto il necessario, sia per la moto che per se stessi: ricambi, attrezzi, ma anche indumenti, biancheria. Questo baule viene trasportato dagli organizzatori da una tappa all’altra per farlo trovare a noi piloti quando si arriva al bivacco dove l’organizzazione garantisce cena e colazione. A fine tappa, solitamente distrutti dalla fatica, bagnati fradici, o infangati o madidi di sudore per il caldo, bisogna comunque pensare ai controlli e alla manutenzione della moto per l’indomani. Quando si guida, oltre allo sforzo fisico c’è uno sforzo mentale veramente importante, perché bisogna restare sempre molto concentrati sulle manovre da fare per evitare brutte sorprese. Diventi una macchina, ogni sensazione che percepisci è utile e necessaria a quello che stai facendo andando completamente ad annullare altre percezioni in quel momento superflue", racconta Riccardo. "Abbiamo attraversato escursioni termiche di 40 gradi ma non ho memoria di aver mai provato caldo o freddo, abbiamo percorso prove speciali a velocità di quasi 160 chilometri orari ma non ho memoria di aver mai avuto paura. Tutte queste sensazioni emergevano solo alla sera quando ero nel mio comodo materassino in tenda ed avevo spazio per pensare", racconta Prada.