
La sonda impiantabile funziona come un sistema Gps e permette la localizzazione
Monza, 20 giugno 2020 - Un “bombardamento“ mirato, intelligente. Per colpire in maniera selettiva il tumore e ridurre al minimo l’impatto sugli organi sani. Una guerra al tumore che da due mesi si riduce a una sola settimana garantendo al tempo stesso una migliore qualità di cura. E’ l’ultima strategia messa in campo dall’unità operativa complessa di Radioterapia della Asst di Monza che, "per la prima volta al mondo, ha trattato un paziente con la tecnologia RayPilot® HypoCath® fornita in comodato dalla ditta svedese Micropos - spiegano dall’ospedale San Gerardo -. Si tratta di una sonda impiantabile che funziona come un sistema Gps e permette la localizzazione in tempo reale del bersaglio durante la radioterapia. E questo assicura una somministrazione selettiva della dose, minimizzando l’irraggiamento degli organi sani circostanti".
La sonda , alloggiata all’interno di un catetere vescicale, una volta terminato il ciclo di radioterapia viene espiantata completamente, costituendo quindi un impianto non permanente. L’elevata precisione garantita da questo dispositivo, che verrà specificamente utilizzato per il trattamento del carcinoma prostatico, consentirà di effettuare cicli di radioterapia più brevi - passando da 38-40 applicazioni (circa 2 mesi di trattamento) a 4-5 applicazioni (soltanto 1 settimana) - più efficaci e più sicuri. Un approccio che ha permesso ai reparti di Radioterapia e di Fisica sanitaria di garantire continuità di trattamento ai propri pazienti oncologici anche nelle condizioni più critiche dell’emergenza Covid: grazie, infatti, all’adozione di protocolli di “ipo-frazionamento“, caratterizzati cioè da poche sedute con dosi più alte, è stato possibile limitare il numero di accessi in reparto dei pazienti e dei loro accompagnatori in un periodo di ridotta mobilità.
"Questa nuova acquisizione tecnologica - spiega il professore Stefano Arcangeli - rappresenta un ulteriore passo avanti per offrire trattamenti di elevata qualità e al tempo stesso minimizzare il carico assistenziale nei pazienti più fragili e anziani". «La possibilità di ridurre il numero delle sedute e di concentrare in sicurezza il trattamento radioterapico è assolutamente rilevante per affrontare meglio le implicazioni organizzative che derivano dalle nuove norme di sicurezza introdotte da Regione Lombardia sui percorsi ospedalieri e sui distanziamenti - aggiunge il direttore della Asst di Monza, Mario Alparone - ed è il risultato di un progresso tecnologico ottenuto con la sostituzione dell’acceleratore lineare, inaugurato nell’ottobre scorso".