STEFANIA TOTARO
Cronaca

Tribunale, cinque nuovi magistrati

Hanno preso servizio le giovane toghe fresche di laurea, quattro per la sezione penale e una per quella civile

di Stefania Totaro

Al Tribunale di Monza sono arrivati i tanto attesi rinforzi per fare ripartire soprattutto i processi penali. Cinque magistrati tirocinanti, ovvero giovane toghe fresche fresche di laurea, hanno ufficialmente preso servizio, quattro per la sezione penale e una per quella civile. Gianluca Polastri, Roberta Riccio, Dario Salerno e Valentina Schivo hanno iniziato a sostituire i giudici Marco Formentin, Gianluca Tenchio, Giovanni Gerosa e Angela Colella, che tra la primavera e l’estate scorse hanno ottenuto il richiesto trasferimento all’ufficio del giudice per le indagini preliminari, sempre al Tribunale di Monza, da cui altrettanti giudici se ne sono andati per altri incarichi o destinazioni.

Ai quattro nuovi giudici del penale si aggiunge la collega Maddalena Ciccone, che inizia ad operare nella seconda sezione civile, quella dedicata a sfratti e locazioni. Il contemporaneo trasferimento di giudici aveva fortemente rallentato i processi, causando rinvii che per i dibattimenti monocratici (quelli per reati di competenza di un solo giudice e non di un collegio di tre giudici) sono arrivati anche fino a maggio del 2022.

Ora si attende di vedere questi magistrati nuovi di zecca al lavoro, a cui spetta subito dal nulla una grande responsabilità. "Dovranno occuparsi praticamente della metà dei dibattimenti monocratici, monitoreremo la situazione", commenta l’avvocata Noemi Mariani, presidente della Camera penale di Monza, che augura buon lavoro ai nuovi arrivati, a cui va il massimo della solidarietà e del sostegno. I penalisti della Brianza stanno attendendo anche di capire a cosa porterà per la giustizia monzese la riforma dell’ufficio del processo, che prevede l’assunzione attraverso un bando di concorso di figure professionali, anche in questo caso giovani laureati, a tempo determinato, in attuazione di una parte del Recovery Plan finanziato dall’Unione Europea.

"Siamo preoccupati per il previsto affiancamento di queste persone ai giudici - sostiene Noemi Mariani - perchè la ministra Cartabia ha esaltato questa iniziativa come l’occasione di avvalersi di una ventata di aria nuova da parte di personale che ha da poco finito di studiare quindi può aiutare i giudici a restare al passo con i tempi, ma se invece dovesse trasformarsi in un affiancamento ai giudici per aiutarli a fare in parte il loro lavoro, allora non va bene perchè si andrebbe a inquinare il giudice naturale del procedimento. Ma ci sarà tempo per verificare come verrà sviluppato in termini pratici questo progetto perchè tutto è rimesso ai decreti attuativi che vanno emanati entro 2 anni dall’entrata in vigore della riforma".