REDAZIONE MONZA BRIANZA

Travolta al corteo. Condannati vigile e autista

Il corteo ambientalista a Monza causa tragedia: donna investita e uccisa da autocarro durante manifestazione studentesca. Condanne per camionista e vigile urbano.

Il corteo ambientalista a Monza causa tragedia: donna investita e uccisa da autocarro durante manifestazione studentesca. Condanne per camionista e vigile urbano.

Il corteo ambientalista a Monza causa tragedia: donna investita e uccisa da autocarro durante manifestazione studentesca. Condanne per camionista e vigile urbano.

Il corteo degli studenti ambientalisti per il Fridays For Future del 24 maggio 2019 in movimento nel centro cittadino, per poi toccare più istituti superiori possibili, era arrivato in tarda mattinata all’incrocio tra via Cavallotti e via Pavoni a Monza, dove aveva creato una colonna di automobilisti impazienti e nervosi. Così, quando il vigile urbano che aveva bloccato il traffico ha sollevato il braccio e fatto segno che la marcia dei mezzi poteva ripartire, il conducente di un autocarro ha ingranato la marcia. Ma non si erano accorti che sulle strisce pedonali stava passando una donna di 71 anni, impegnata a parlare al telefonino, investita e morta in ospedale. Un omicidio stradale per cui il Tribunale di Monza ha condannato ad un anno con la sospensione condizionale della pena sia il camionista che l’agente della polizia locale che aveva dato il via alla circolazione dopo il passaggio degli studenti. Una tragica fatalità dovuta ad una svista, che però rientrava nella violazione delle normative del Codice della strada sulla precedenza dei pedoni che attraversano la strada sulle strisce pedonali, relativamente al conducente dell’autocarro e nell’omissione del dovuto controllo per quanto riguarda il vigile urbano in servizio. Per cui la pm della Procura di Monza ha dovuto chiedere la condanna, poi disposta dal giudice monzese Guglielmo Gussoni. La pazienza tradita dal forte nervosismo per il corteo che aveva paralizzato il traffico in pieno centro, anche se per una giusta causa ambientalista, non hanno trovato posto come attenuanti al processo e neanche il fatto che la vittima aveva il telefono cellulare all’orecchio perché comunque si era tenuta a distanza dai manifestanti, camminando sulle strisce pedonali. S.T.