
Verano, tutto è nato negli anni Ottanta da un gruppo di appassionati. Ora i soci sono una cinquantina. Angelo Meriggi, alias El Grinta, è il presidente: "Siamo cresciuti con i film di Sergio Leone e John Ford".
Non siamo nelle praterie del Wyoming, ma in una cava polverosa della Brianza, dove il giovedì il suono dei revolver squarcia l’aria e il profumo di fagioli e salsiccia richiama i banchetti da saloon. Qui, tra le silhouette di metallo del campo di tiro Traversera a Verano, galoppano le “Canne Tonanti”, un gruppo di appassionati che hanno fatto del mito del Far West una passione vissuta. Con cappelli a tesa larga, speroni e pistole, sembrano usciti da un film di John Wayne. Tutto è nato dalla passione di un gruppo di tiratori del Cral della Bnl di Milano negli anni ’80. Cinque amici che per gioco iniziarono ad andare a gare di tiro nei poligoni Uits (Unione italiana tiro a segno) vestiti da cowboy e con armi d’antan, attirando l’attenzione degli altri tiratori. Qualcosa di insolito, che diede il là a una rapida ascesa del numero di iscritti e a una prima gara ufficiale nel 1987.
Da allora, le “Canne Tonanti” sono diventate una realtà unica, l’unico club italiano iscritto alla Single action shooting society (Sass) americana, con una cinquantina di soci provenienti da Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. Tra loro, anche quattro donne. "Fatichiamo a trovare giovani", ammette Angelo Meriggi, alias El Grinta, presidente del club e chiaro omaggio al leggendario personaggio di Wayne. "Siamo cresciuti con i film di Sergio Leone e John Ford", racconta. "Tutto in noi richiama quell’immaginario: dai soprannomi alle fondine, dagli stivali agli speroni, fino alle armi, repliche perfette di quelle usate un secolo e mezzo fa nelle praterie". A 77 anni, El Grinta vanta un titolo europeo conquistato in Germania nella categoria senior e sogna di trionfare in New Mexico. Le gare svolte da loro sono nove all’anno. Sette si tengono a Verano, una a Forte Canarbino (La Spezia) e una a Pozzaglio ed Uniti (Cremona), tutte secondo le regole del tiro dinamico Sass, che premia velocità e precisione. A giudicare, giurie di quattro esperti, mentre il trofeo McNelly, un cavallino d’argento dedicato al primo presidente Nello Ciampitti, passa di mano in mano per sorteggio, simbolo di un legame che va oltre la competizione.
Ma dietro la polvere e la passione, c’è un rigore assoluto. "La sicurezza è la nostra prima regola", sottolinea Meriggi. "Controlliamo sempre che le armi siano scariche e rispettiamo le leggi sul loro possesso". Tutti i soci, infatti, sono abilitati all’uso delle armi da fuoco, molti con porto d’armi da collezionisti o detentori. Le “Canne Tonanti” non si limitano al cortile di casa, ma puntano sempre lontano, tra gare nazionali, successi internazionali in Francia e Germania, e l’ambizione di sfidare i migliori in America. "È avvincente", confessa Meriggi con un sorriso che tradisce emozione. "Ma serve responsabilità".
A.S.