DARIO CRIPPA
Cronaca

Il cacciatore di tombe della Brianza: “Con le lapidi di guerra ho recuperato la storia dei nostri nonni”

L’appassionato di storia Giuseppe Ascanio con la figlia Aurora ha stilato una mappatura dedicata a tutti i Caduti durante i conflitti andando a far visita a cimiteri, monumenti e sacrari della Brianza

Il progetto è tutto spese proprie, senza alcun ritorno economico

Il progetto è tutto spese proprie, senza alcun ritorno economico

L’alpino Rodolfo Beretta è al fronte, in montagna, sull’Adamello. La guerra è dura, la trincea durissima. I soldati italiani muoiono come mosche. Ma il vero nemico, in montagna, quello più temuto, non sono i proiettili dei cecchini. È la neve. Sono le valanghe. Rodolfo Beretta, che ha 29 anni, si trova sulle pendici dell’Adamello quando una slavina si stacca dalla montagna e travolge lui e i suoi 5 commilitoni.

Andavano a portare i viveri ai compagni.

Ne sopravviveranno solo 4. Rodolfo, partito da Besana in Brianza qualche mese prima, rimane sepolto, non se ne troverà traccia per 101 anni. Dimenticato. Solo i suoi cari a piangerlo.

Poi, accade l’insperato: c’è stato il disgelo e due scalatori in gita sull’Adamello, a tremila metri di altitudine, si imbattono in alcuni resti. Appartengono a un soldato. Da una tasca della sua divisa spuntano dei documenti: sono ricevute ferroviarie, riportano il nome del proprietario: l’alpino Rodolfo Beretta.

“Ecco, sono storie come questa che mi hanno sempre emozionato. Rodolfo Beretta riposa oggi nel sacrario della sua Besana. Volevo contribuire a restituire memoria a tantissimi nostri connazionali morti, dispersi, caduti nelle due guerre". Nasce anche così il progetto di un benemerito della memoria. Si chiama Giuseppe Ascanio, classe 1972, è siciliano di origine (Siracusa) ma ormai da 14 anni vive a Monza e lavora come impiegato in una multinazionale della microelettronica. "Volevo restituire qualcosa alla Brianza che mi ha adottato. Sono appassionato di storia militare e ho deciso di scrivere un libro con una mappatura completa di tutti i cimiteri, i sacrari, i cippi dedicati ai Caduti di guerra della Brianza".

Tutto a spese proprie, nessun ritorno economico ("lo donerò alle scuole e sarà inserito nel sistema di BrianzaBiblioteche, ho già in progetto diversi incontri per far conoscere questa storia ai nostri ragazzi".

Il libro di intitola “I Luoghi della Memoria di Monza e Brianza - Viaggio tra simboli e ricordo dei soldati brianzoli caduti durante i conflitti mondiali dello scorso secolo” (316 pagine, copertina dell’artista Arianna Margiotta). Patrocinato dal Comando Militare Esercito Lombardia e dalla Provincia di Monza e Brianza, è ovviamente dedicato ai caduti di tutte le guerre, "e alla memoria dei miei nonni Francesco Gallo e Giuseppe Ascanio, che hanno attraversato lo scorso secolo vivendo la Prima guerra mondiale con l’innocenza e la leggerezza caratteristica dei fanciulli, per poi affrontare il periodo della Seconda guerra mondiale con la consapevolezza e le paure di un adulto. Ma anche alla memoria di tutti i soldati, marinai, avieri, carabinieri, guardie di pubblica sicurezza italiani appartenenti a ogni Arma, Corpo e Specialità".

Dietro il libro, un grande lavoro di ricerca: "Insieme a mia figlia Aurora ho trascorso tanti fine settimana in quella che abbiamo definito la “caccia ai Monumenti”. In tutti i 55 comuni della provincia, spesso trovando aiuti inaspettati, sia dalle Istituzioni sia dalle memorie storiche locali, vecchietti che ricordavano tutto. Un viaggio che non sempre è stato agevole, anche per il semplice trascorrere degli anni che ha danneggiato, a volte addirittura nascosto i segni del passato".

Nel 1922 un’apposita circolare del Ministero della Pubblica Istruzione aveva stabilito che in tutti i comuni fossero realizzati monumenti arborei che ricordassero i Caduti della Prima guerra mondiale. "Questi Viali costituivano spesso le strade di accesso e le zone interne ai cimiteri... ma ad oggi sono ormai scomparsi - scrive Ascanio -, la vegetazione e le targhette commemorative sono andate perdute come a Ornago, ma è altrettanto vero che in diversi comuni della provincia si è provveduto a salvarli".