DARIO CRIPPA
Cronaca

"Tai chi e sclerosi, insegno a stare meglio"

Massimo Zoia, affetto dalla malattia invalidante da oltre 20 anni, ha scoperto i benefici di questa arte orientale per regalare sollievo

di Dario Crippa

Massimo Zoia ha 53 anni. E sicuramente è tipo che non si lascia abbattere. Anche quando la vita gli tira brutti scherzi.

Fino al 1999, faceva il macellaio assieme al papà, in uno storico negozio al quartiere San Gerardo di Monza dove è nato e cresciuto.

Poi una fuga di gas, e un’esplosione si sono portate via il palazzo e la sua macelleria.

Doveva reinventarsi e lo ha fatto. Si è rialzato e, oggi è capo reparto al noto salumificio Rovagnati di Biassono.

Ma il tiro più meschino la vita glielo ha tirato nel 2007.

"Ho cominciato a stare poco bene, a sentirmi sempre debole, sono andato in ospedale a farmi visitare... ho fatto un mucchio di esami".

Ed è arrivata una diagnosi da par rabbrividire: sclerosi multipla.

"Mi è crollato il mondo addosso, non la conoscevo, soltanto il nome faceva paura".

Eppure, anche se le energie psico fisiche rallentavano e venivano meno, si è sollevato ancora una volta.

"Famiglia e amici non mi hanno abbandonato. E poi sono sempre stato uno sportivo, fino a 32 anni facevo il portiere a livello amatoriale, ballavo, andavo in moto…".

Si è avvicinato all’Aism, l’associazione italiana sclerosi multipla.

"E ho conosciuto un nuovo sport, che è soprattutto una disciplina mentale. Si chiama Tai Chi, o Tai Chi Chuan, ed è un’antichissima arte marziale cinese.

“Suprema arte di combattimento” - si legge - una disciplina in cui si mima la lotta con un avversario immaginario, combinando tecniche di respirazione e di rilassamento con movimenti molto lenti e delicati. Proprio come una danza, appunto.

"Grazie alla palestra Vita di Alessandro Lenzini, il mio Maestro, a Merate e alla sua Asd Cultural Chinese Art Academy sono entrato in questo mondo.

E ho scoperto che ne potevo trarre dei benefici, ci sono studi medici internazionali che incoraggiano questa disciplina per chi ha patologie neuro-degenerative come la mia. Il Tai Chi mi ha aiutato a riacquistare equilibrio, di cui chi ha la mia patologia spesso deficita, e autostima.

Il Tai Chi è per tutti, ma non da tutti: ti mette davanti a te stesso, ti insegna a migliorarti.

Non guarirai, certo, occorre seguire tutte le terapie mediche e farmacologiche previste, ma col Tai Chi impari a riorganizzarti, fornisce le armi e le strategie necessarie al tuo corpo e alla tua mente".

L’energia torna a circolare... "Con esercizi lenti che conducono a riarmonizzare il tuo corpo".

Massimo Zoia è diventato istruttore.

"E ho iniziato a offrire la mia esperienza a chi condivide la mia patologia e altre malattie neurodegenerative, come ad esempio il morbo di Parkinson. Ha funzionato. Tanto che oggi con l’appoggio dell’Aism sezione di Milano e dell’Asd Cultural Chinese Art, organizziamo corsi gratuiti".

In presenza ma anche, durante il lockdown, on line.

"Ci sono iscritti da tutta Italia, di tutte le età (anche una donna di 82 anni!, ndr). Il lato positivo del lockdown è stato proprio questo: ha consentito di esplorare nuove opportunità che permettono di raggiungere una platea ancora più vasta. Faccio le lezioni da casa, alla palestra Vita di Merate, e stiamo lavorando per portarle anche al Ronin, storica palestra di arti marziali di Monza diretta dal Maestro Fabio Contento.

I corsi sono di gruppo, ma ognuno ha la possibilità di andare al proprio ritmo, senza mai forzarsi".

Istruttore qualificato, ha continuato a studiare.

"Ho seguito un corso del metodo Feldenkrais e sto seguendo un percorso di Armonizzazione Posturale con il metodo Bertelé (ww.fondazioneapostolo.it)".

Tutto bene?

"Non ci sono contro indicazioni, ma solo benefici.

Non ho la bacchetta magica, ma andiamo a rimappare il movimento del nostro corpo. Ne vale la pena".

Obiettivo?

"Portare questa disciplina, i cui benefici sono sperimentati direttamente dal sottoscritto e garantiti dall’Aism, a più persone possibili. Abbiamo in programma di pubblicare presto le lezioni anche sul canale Neurowebchannel".