
Il ricordo del 10 luglio del 1976 è ancora vivo nelle zone colpite dalla diossina
Seveso (Monza Brianza), 10 luglio 2020 - Sono trascorsi 44 anni dal disastro Icmesa e la pagina Facebook delle parrocchie di Seveso oggi lo ricorda. "Dallo stabilimento usciva una nube tossica che avrebbe segnato la storia della nostra Seveso - si legge -. Un disastro ecologico ma anche una tempesta interiore che diffuse paure, inquietudini e insicurezze nei cuori di coloro che abitavano questa nostra terra. Ora stiamo vivendo una nuova sfida legata alla pandemia del Covid 19, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare ciò che accadde quel 10 luglio e non solo per rinnovare la nostra consapevolezza di quanto è importante il rispetto del creato ma anche perché ci sia dato di ritrovare una capacità di comunione e di condivisione quando dobbiamo attraversare tempi difficili ed oscuri. Alle 12.30 suoneremo una campana che ci ricordi il dolore e la paura di 44 anni fa e, nella Messa delle 18, porteremo in offerta al Signore tutto il dolore e la fatica di quei giorni e di questi che stiamo vivendo".
Anche il presidente del WWF Insubria, Gianni Del Pero ricorda quei terribili giorni: "La nuvola di diossina fuoriuscita dall’Icmesa di Meda ha segnato il volto, immagine del dramma, di Stefania Senno, deturpato dalla cloracne e della soda caustica, ma ha segnato anche la vita di migliaia di persone che hanno dovuto fare i conti con una tragedia inaspettata che le ha costrette a lasciare le proprie abitazioni e le proprie attività. E alcuni non hanno mai più potuto fare ritorno. Ricordare è un dovere civico. La diossina, questa sostanza creata dall’industria chimica come indesiderato risultato di attività a rischio, peraltro colpevolmente ignoto, in fabbriche a due passi dalle abitazioni, aveva creato problemi sanitari prima ancora che la si conoscesse: aggredisce i tessuti umani e animali (le immagini delle innumerevoli carcasse buttate in enormi fosse sono state il simbolo di una parte della tragedia), colpisce il sistema cardiocircolatorio e quello nervoso centrale. È una sostanza tossica, ancor oggi la più tossica mai prodotta, cancerogena, ha proprietà mutagene". "Dopo 44 anni nei terreni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio la diossina c’è ancora, a poca profondità, qualche decimetro. Ora sappiamo cos’è la diossina, la coscienza ambientale è migliorata rispetto a quasi mezzo secolo fa. Seveso ha insegnato al mondo intero cosa sia un incidente industriale, quali le sue conseguenze. E Seveso deve servire ad insegnare che non dovranno più ripetersi tragedie come la nostra: ricordare è un dovere civico".