DARIO CRIPPA
Cronaca

Sul Cammino con un Velosolex. A Santiago in bici motorizzata

Il vigile urbano Piero Marchesi si regala per il 64esimo compleanno un pellegrinaggio particolare

Sul Cammino con un Velosolex. A Santiago in bici motorizzata

Sul Cammino con un Velosolex. A Santiago in bici motorizzata

Quando un ingegnere francese lo brevetta nel 1946, è una piccola rivoluzione. Una bicicletta con un motorino sul manubrio: Velosolex, la bicicletta motorizzata. Per decenni impazza in mezza Europa. Poi piano piano va in crisi, fino a quando nel 1988 la produzione si ferma. Ma c’è chi rimane affezionato a quella strana bicicletta. E, quando ne trova una sul mercato, quasi un residuato bellico ormai, se la accaparra. La coccola, la revisiona, la monta e la rimonta anche per impratichirsi con la sua meccanica. Ne trova altre due, una "da utilizzare come muletto per fare pratica", una bianca da sistemare per la moglie, ma la più bella è ormai bell’è che pronta per una grande avventura. Partire per un viaggio in solitaria fino a Santiago de Compostela, 2.200 chilometri circa. La romantica e un po’ folle idea è venuta a Piero Marchesi, vigile urbano di professione (in servizio a Lissone) che oggi partirà dalla sua Usmate diretto in Spagna. Perché? "Per senso di avventura, è il mio regalo di compleanno, il 27 maggio ne faccio 64". Marchesi non è nuovo a cavarsela. "Sono sempre stato un motociclista, mio padre lo era, lo sono i miei fratelli e lo è mio figlio di 22 anni. Una malattia di famiglia. Sono abituato: ho viaggiato per 42 anni". Dall’Azerbaijan alla Tunisia. Col Velosolex sarà più complicato. "Ho studiato tutto, ho montato un sebatorio supplementare, mi porto una borsa con gli attrezzi, camere d’aria,k gomme di ricambio e due litri di miscela". Il Velosolex ha una caratteristica: raggiunge solo i 30 chilometri orari e fatica un po’ in salita. "Dovrò viaggiare leggero, una ventina di chili". Tempi? "Una decina di giorni, dovrei riuscire a percorrere 200-250 chilometri al giorno: ho fatto le prove, con un litro di miscela si fanno 90 chilometri". L’itinerario? "Devo evitare autostrade e grosse arterie. Ho studiato strade bianche, interne, pianeggianti. Non a caso i pezzi di ricambio del Velosolex si trovano solo in Francia, dove è stato inventato, e in Olanda, dove è stato molto diffuso proprio per le caratteristiche pianeggianti". Perché proprio questo veicolo? "Mi ci sono imbattuto una dozzina di anni fa per lavoro, un cittadino mi aveva avvicinato per chiedermi informazioni su come sistemarlo e metterlo in strada. Gli sarebbe costato troppo, mi offrii di acquistarlo. Poi l’ho iscritto al registro dei veicoli storici, l’ho immatricolato e sistemato rimettendolo a nuovo da autodidatta". Amore a prima vista. Come mai? "Quando avevo 9 anni è stato il primo veicolo motorizzato che ho guidato. Ne aveva uno mia zia. Quando ne ho rivisto uno, è scattata la scintilla". E ora l’idea di andarci fino a Santiago. "Ci proverò, amo viaggiare senza prenotare arrangiandomi strada facendo. Costeggerò il mare in Francia e in Spagna fino a Barcellona prima di piegare verso la Galizia". Come l’ha presa chi la conosce? "Qualcuno ha ironizzato, ma non mi interessa, andrò un po’ all’arrembaggio. Il tentativo mi appaga, quando parto mi purifico".