"Stop alla tratta D breve, non serve" Il centrosinistra attacca in Provincia

Lo studio: "L’effetto sul traffico sarebbe lo stesso della connessione fra A4 e Tangenziale Est mai realizzata"

"Stop alla tratta D breve, non serve"  Il centrosinistra attacca in Provincia

"Stop alla tratta D breve, non serve" Il centrosinistra attacca in Provincia

di Barbara Calderola

"Adesso bisogna tirare le conseguenze dello studio e bloccare la tratta D breve di Pedemontana. Non serve. E non lo dicono gli amministratori del Vimercatese, ma lo studio del Pim".

Nuovo affondo dei consiglieri provinciali di centrosinistra, gruppo Brianza Rete Comune: a rompere gli indugi è Giorgio Monti, il tecnico della fronda nella battaglia che la Brianza Est ha ingaggiato contro l’opera.

"Una colata di cemento che non risolverà i problemi del traffico e devasterà il territorio", è in sintesi la posizione generale. "La ricerca commissionata dalla Provincia certifica che la nuova versione dell’infrastruttura, più corta per questioni di sostenibilità economica, non scioglierà affatto i due grandi nodi viabilistici con i quali facciamo i conti da sempre: la Sp2 Monza-Trezzo continuerà a ospitare ingorghi giornalieri, come i ponti sull’Adda, altro punto dolente con ripercussioni importanti sulla vita degli automobilisti che non smetteranno di sgranare il rosario in coda".

Non è tutto. "Il paradosso – aggiunge Monti – è che effetti simili si avrebbero realizzando il collegamento fra l’A4 e la Tangenziale Est, atteso da più di 20 anni da Agrate che ogni giorno è attraversata da serpentoni di tir e di macchine che vanno da una strada all’altra. Il trait-d’union era previsto nell’Accordo di programma Teem, lo stesso che metteva nero su bianco il prolungamento della Linea 2 Verde della metropolitana da Cologno a Vimercate. Si dovrebbe cominciare da quello, onorando un patto che il Pirellone ha sottoscritto allo scoccare del nuovo millennio".

Secondo il consigliere "sarebbe indispensabile realizzarlo prima dell’arrivo della Tratta C di Pedemontana, già messa a gara, ma vedremo se effettivamente il cantiere aprirà, visto che i costi sono stati fissati prima della guerra in Ucraina e dell’inflazione galoppante e adesso la situazione è diversa". Elementi d’insieme che "dovrebbe spingere la giunta Fontana e la concessionaria Cal a ragionare in un’ottica di lunga gittata – insiste Monti – qui c’è la necessità di guardare avanti di 30 anni. Siamo sicuri che con tutto quello che sta cambiando, ci muoveremo nello stesso modo di oggi?".

"L’ipotesi della D breve è fragile su tutta la linea – chiarisce Francesco Facciuto, tra i promotori della mozione che impegnava la Provincia a dotarsi di nuovi elementi conoscitivi – sul piano economico, su quello viabilistico, su quello ambientale e pure amministrativo, lo studio della Provincia dimostra che i dati di Pedemontana sui trasporti sono basati su modelli discutibili".

"Il Pim ci offre l’opportunità di assumere una posizione chiara, a prescindere dall’appartenenza o dal colore politico", sottolinea il consigliere Simone Sironi. Mentre per il capogruppo Vincenzo Di Paolo "il quadro complessivo è tutt’altro che rassicurante per il territorio. Da un lato la progettazione esecutiva e il cantiere delle tratte B2 e C non considera questioni importanti come la diossina e la Milano-Meda, dall’altro il Pirellone va avanti con la D breve che dopo questa indagine possiamo tranquillamente ribadire che è inutile. Accogliamo con favore il proposito della Provincia di tornare con maggiore forza a chiedere alla Regione di ascoltare i comuni del Vimercatese: si faccia in fretta fermando innanzitutto la progettazione delle tratta superflua".