REDAZIONE MONZA BRIANZA

"Sospiro di sollievo ma paghino la bonifica del terreno"

Cessata attività di Asfalti Brianza a San’Albino, Monza. Preoccupazione per bonifica terreno inquinato da scorie e sostanze cancerogene.

"Sospiro di sollievo ma paghino la bonifica del terreno"

Tirano un sospiro di sollievo i cittadini di San’Albino, dopo aver appreso da Francesco Facciuto (consigliere provinciale) la notizia della cessazione di attività di Asfalti Brianza a partire dal 12 luglio. "Chiediamo che l’azienda paghi anche la bonifica del terreno dove attualmente si trova una enorme cumulo di fresato - sottolinea Michela Martinengo, portavoce dl Comitato di quartiere Sant’Albino - adesso lo stabilimento è chiuso, ci sono i sigilli della Procura, ma occorre un piano di smantellamento adeguato delle scorie e dei resti del piano stradale. Speriamo che l’area venga sorvegliata dai Comuni, Arpa e Ats, per lo smantellamento". Dal 2014 molti cittadini hanno iniziato a segnalare la presenza di forti odori provenienti dallo stabilimento in zona Malcantone, su territorio concorezzese.

La situazione si è ulteriormente aggravata a partire dall’estate del 2018, con un aumento importante di segnalazioni e disagi. In soli due mesi sono state raccolte oltre 800 segnalazioni di cittadini residenti a Concorezzo, Agrate, Brugherio e Monza (in particolare nel quartiere Sant’Albino) dopo l’autorizzazione concessa dal sindaco Mauro Capitanio nell’estate del 2019 all’installazione di un nuovo bruciatore più potente che aveva infine reso la situazione insostenibile. L’impianto emanava terribili esalazioni che prendevano i bronchi, causando mal di testa, dolore agli occhi e alla gola e nausea. Le indagini di Ats già nel 2021 avevano rivelato la presenza di sostanze cancerogene 30 volte superiori al limite consentito per legge e 40 volte superiori ai limiti di tossicità. La montagna di rifiuti si colloca a meno di 200 metri dal pozzo di BrianzAcque. Quindi i cittadini avevano chiesto alla monoutility erogatrice di acqua potabile di verificare. Ma i cittadini, supportati da chimici e ingegneri, ricordano che il terreno su cui si trovail cumulo di scarti non è impermeabilizzato.

Cristina Bertolini