Busto Arsizio, 26 giugno 2025 – È stato fermato nella notte il presunto autore dell'omicidio di Davide Gorla, il titolare di una cartoleria ucciso a coltellate nel pomeriggio di ieri nel centro di Busto Arsizio, in provincia di Varese. La persona fermata dalla Polizia è un cittadino italiano cinquantenne che conosceva la vittima, perché aveva preso in affitto un suo appartamento nella stessa palazzina in cui Gorla viveva, a Castellanza. “Cosa stai facendo? Sei impazzito?”. Questo era l’urlo, l’ultimo, del negoziante, prima di cadere a terra, senza vita, ammazzato nella sua stessa bottega.

Le immagini delle telecamere
Gli investigatori del commissariato di Polizia di Stato di Busto Arsizio e della Squadra mobile di Varese avevano da subito stretto il cerchio. Non solo alcuni testimoni avevano visto, se non direttamente l'aggressione che ha lasciato la vittima riversa dietro al bancone, l'assassino in fuga, ma l'uomo - descritto come brizzolato e di mezza età - è stato anche ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Telecamere che lo hanno immortalato mentre, dopo l'accoltellamento, in via Rosmini, a 100 metri dal luogo dell'omicidio, si cambiava la maglietta probabilmente sporca di sangue.
L’interrogatorio
Gli inquirenti hanno velocemente rintracciato il sospettato - con gli spostamenti a piedi in centro città ricostruiti sempre dalle telecamere - trovandolo nella casa di Castellanza, perfettamente pulito e con vestiti immacolati. Il sospettato è stato sentito dagli inquirenti che, in nottata, hanno fatto scattare il fermo per indiziato di reato. L'uomo avrebbe negato ogni accusa.
Il movente
Ma cosa potrebbe aver spinto l’aggressore a commettere un omicidio? Al momento non ci sono certezze, ma tra le ipotesi spunta quella di un movente economico, forse legato a un appartamento che Gorla avrebbe affittato all’uomo: la casa, di proprietà del commerciante, si trova a Castellanza. Per questo i due si conoscevano. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se ci fossero anche delle questioni personali in sospeso.
L’arma del delitto e la t-shirt
Tutti gli accertamenti sono comunque in corso. Prima di tutto l'arma del delitto: un coltello che il killer ha portato via dopo l'omicidio. Da accertare se se lo sia procurato sul posto o lo abbia portato al negozio. Da chiarire anche il dettaglio della t-shirt cambiata. Anche in questo caso si cerca di accertare se il killer l'abbia presa in negozio (che vendeva anche gadget e magliette) o l'abbia portata sul posto.
I testimoni
Durante la notte sono continuate anche le audizioni dei testimoni dell'accaduto, che avrebbero visto quanto meno il killer uscire dal negozio, e il confronto tra le descrizioni fornite da chi si trovava vicino al luogo dell'omicidio e le immagini delle telecamere che mostrerebbero in modo molto nitido il presunto killer che, già ascoltato, nega di aver ucciso il 64enne.
L’omicidio in pieno centro
Tutto accade mercoledì 25 giugno, all’interno della cartoleria di lusso Linea Continua di via Milano, nell’ex Galleria Boragno, corte commerciale, frequentatissima, della cittadina a nord di Milano. A morire senza un motivo apparente è il gestore del negozio, molto conosciuto in città, colpito con diversi fendenti.
L’aggressione si consuma intorno alle 18, nell’orario della “vasca“, quando la strada è affollata per gli acquisti o per l’aperitivo a fine lavoro. Proprio la folla in strada avrebbe favorito la corsa dell’assassino per far perdere le proprie tracce.