BARBARA APICELLA
Cronaca

Sette morti in nove mesi: "Basta omicidi sul lavoro"

Il presidio dei sindacati con cittadini, pensionati e antagonisti del Boccaccio. La denuncia: "In Brianza 78mila aziende e solo 43 tecnici della prevenzione" .

Sette morti in nove mesi: "Basta omicidi sul lavoro"

I caschetti da lavoro rossi depositati a terra in segno di lutto in largo Mazzini

Cittadini, sindacati e centro sociale Foa Boccaccio in piazza per dire stop alle morti sul lavoro. Il triste record dei 7 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno in Brianza ha visto la mobilitazione con un presidio organizzato nel tardo pomeriggio di ieri in largo Mazzini. Per terra una trentina di caschetti rossi sotto lo striscione rosso della Usb. Accanto un altro striscione bianco con la scritta: "Basta omicidi sul lavoro: le nostre vite valgono più dei loro profitti". Poi si sono susseguiti gli interventi di rappresentanti sindacali, lavoratori in pensione che hanno raccontato le esperienze personali di turni massacranti e il dolore per la perdita di amici che, proprio in fabbrica o sul cantiere, hanno perso la vita. Grande commozione quando è intervenuto Lino Parra, una vita come operaio della manutenzione alle Ferrovie dello Stato: "Una vita di turni massacranti, a lavorare anche di notte, sotto la pioggia o in piena estate sotto il solleone sui binari. Non c’era un attimo di sosta: era un correre continuo per terminare il lavoro rapidamente, a controllare anche gli interventi degli operai che lavoravano per aziende in appalto, con appalti sempre più al ribasso. Per uno stipendio che raggiunge i 1.800 euro solo perché si lavora di notte e ogni mese si deve garantire una settimana di reperibilità". Ma questa non è la sola categoria al centro della cronaca.

"Non dimentichiamo i camionisti che muoiono o restano gravemente feriti sul lavoro - aggiunge Michele Quitadamo -. Conosco bene questo lavoro, avendolo svolto per alcuni anni. E ricordo le immagini in autostrada, soprattutto di notte, di camionisti che uscivano di strada per colpi di sonno". Il problema, come spiegato da Claudio Mendicino della Usb, è la mancanza di personale per i controlli: "Alla fine del 2023 nell’Ats Brianza c’erano solo 4 medici del lavoro e 43 tecnici della prevenzione di cui 18 non sono ufficiali di polizia giudiziaria quindi non hanno possibilità di intervento. Bisogna cambiare rotta. In Brianza, al 2020, risultavano attive oltre 78mila aziende con quasi 390mila lavoratori. Il problema è grande e riguarda anche le malattie professionali che portano alla morte. In Italia, ogni giorno, non muoiono 3 persone sul lavoro, ma almeno 30 se teniamo conto anche di chi si spegne dopo anni di malattia".