Monza in serie A, una gioia attesa 110 anni. La scommessa vinta di Berlusconi e Galliani

Dopo i successi col Milan, l'ultimo valzer dell'inseparabile duo ha portato per la prima volta alla massima ribalta la società brianzola

La gioia dei tifosi del Monza

La gioia dei tifosi del Monza

Monza - Ci sono voluti 110 anni per raggiungere la gioia più grande. Il Monza ce l’ha fatta. È per la prima volta in serie A nella sua storia. La finale di Pisa ha detto bene. Ci voleva una proprietà importante come quella targata Fininvest, ci voleva quella telefonata a sorpresa partita 4 anni fa dalla sua villa a 12 chilometri da Monza all’allora presidente Nicola Colombo. “Pronto, sono Silvio Berlusconi. Mi vendi il tuo Monza?”.

Una notizia vorticosa, che ha rivoluzionato in pochi anni l’andamento lento di una squadra di provincia abituata a pochissime gioie e tante frustrazioni. Due fallimenti, un presidente fuggito con i soldi a Dubai, l’onta della serie D, livello più infimo toccato. Poi Adriano Galliani, monzese doc, che negli anni Settanta era stato dirigente del Monza a inizio carriera, innamorato perso dei colori biancorossi (quando andava a 'montare' antenne per le nuove Tv di Berlusconi pretendeva di essere a distanza alla domenica per seguire il 'suo' Monza), ha convinto il suo mentore. Si poteva portare il Monza in serie A. Si poteva, parole loro al momento dell’acquisto, danzare il loro “ultimo valzer” dopo tanti anni di Milan.

Nato nel 1912 in una pasticceria, le divise che sarebbero diventate biancorosse soltanto nel 1929, il Monza ha fatto il record di presenze in serie B (40), ma la promozione in serie A sembrava una maledizione, sfiorata ben 9 volte senza successo. Nel mezzo, tantissimi giocatori di primo piano sfornati per la massima serie (Casiraghi, Massaro, Claudio Sala e Patrizio Sala, l’ultimo Matteo Pessina) e allenatori importanti (Nils Liedholm, Gigi Radice, Alfredo Magni, che a fine anni Settanta per 4 anni arrivò a un passo dalla serie A).

Ora, dopo 9 milioni di euro investiti nello stadio (da Brianteo a U-Power Stadium), molti di più nei giocatori, il Monza ce l’ha fatta. Berlusconi, appassionatosi alla sua nuova creatura, è diventato una presenza fissa in tribuna assieme al fidato Galliani e a Marta Fascina. Le visite a Monzello, centro di allenamento dei biancorossi, negli ultimi giorni sono state due con i suoi discorsi motivazionali.

Appena arrivato, Silvio aveva detto che avrebbe voluto solo giocatori italiani e non tatuati. In questo la sua promessa (impossibile) non è stata mantenuta. Ma su quella di andare finalmente in serie A… non si può dire che non ce l’abbia fatta. “Io sono del Monza, non andremo mai in serie A” diceva Renato Pozzetto in una commedia di fine anni Settanta. Un mantra che viene trasmesso tutte le domeniche allo stadio dagli altoparlanti. E che ora è stato finalmente smentito. Caro Renato, il Monza è proprio là: in serie A.