
Seregno è la città col più alto rapporto tra popolazione residente e ucraini accolti dall’inizio della guerra. "A oggi – ha spiegato il sindaco Alberto Rossi in Consiglio comunale – ne abbiamo 226. Più di noi soltanto il Comune di Monza, che ne ha 382 ma ha il triplo di abitanti".
Solo 103 fra i nuovi arrivati sono legati a situazioni di ricongiungimento familiare. Le altre 123 persone sono invece accolte dal Comune, dalle parrocchie, dai privati, dal terzo settore. Ben 105 i minorenni (46,5 per cento, di cui 49 maschi e 56 femmine) e 121 gli adulti (di cui 107 donne e 14 uomini). Insomma si tratta soprattutto di mamme con bambini o ragazzi al seguito". Il sindaco ha però messo in risalto una singolarità seregnese: "Siamo l’unica realtà dove la quota di situazioni non legate a ricongiungimento è maggioritaria. Negli altri Comuni questa quota varia tra il 10 e il 20 per cento, da noi è pari al 55 per cento". A Seregno si contavano 82 profughi l’11 marzo, 167 il 17 marzo, 226 il 24 marzo.
"Un trend di crescita importante – ha commentato Rossi – anche perché abbiamo una comunità ucraina numerosa: 413 concittadini. Probabilmente è anche la comunità maggiormente attiva e questo ci facilita nell’organizzazione di attività".
Proprio grazie agli esponenti della comunità ucraina cittadina i profughi sono già avanti anche nell’inserimento: "Con questo sabato – ha sottolineato Rossi – siamo al terzo momento di aggregazione dei più piccoli e, allo stesso tempo, di studio. Devo ringraziare ancora una volta il dirigente scolastico delle scuole Rodari per la sua sensibilità e per gli spazi messi a disposizione. L’iniziativa era partita anche con la partecipazione del Basket Seregno, che aveva organizzato momenti di gioco per i piccoli ospiti".
Gualfrido Galimberti