La mamma chiese di bocciarlo. Ragazzo autistico promosso, ma resta a scuola a lavorare

Seregno, problema del vuoto dopo la maturità. La mamma: in accordo con l’istituto, catalogherà le opere d’arte. "Non basta"

Melissa insieme al figlio Alessandro, 19 anni, promosso alla maturità di quest’anno

Melissa insieme al figlio Alessandro, 19 anni, promosso alla maturità di quest’anno

Seregno (Monza e Brianza)A giugno era uscito da quella scuola dopo aver sostenuto l’esame di maturità, sotto i riflettori dei media che avevano raccolto l’appello dei suoi genitori di non ammetterlo agli esami. Tra pochi giorni rientrerà in quella scuola con un nuovo incarico, catalogare le opere d’arte. Protagonista Alessandro Perego, 19enne autistico di Seregno, studente del liceo artistico di Giussano. La sua vicenda era diventata un caso nazionale: i genitori di Alessandro avevano chiesto agli insegnanti di non ammetterlo agli esami. La pandemia gli aveva impedito di partecipare al progetto educativo, ponte fondamentale per accedere ai centri diurni, ma anche a realtà formative o lavorative. 

"Ritornerà nel suo liceo per otto ore alla settimana: sarà impegnato in un progetto di catalogazione delle opere d’arte – spiega la mamma Melissa –. Come uditore, senza l’insegnante di sostegno, e senza quella socialità e interazione che per lui sono fondamentali". Melissa e il marito Matteo non sono rimasti con le mani in mano: dopo il clamore mediatico hanno cercato di trovare soluzioni concrete e rapide per il figlio. "Per altre nove ore alla settimana Alessandro sarà impegnato a Carate Brianza alla scuola di formazione In-Presa". Il problema è che non avendo attuato il progetto educativo ponte, Alessandro verrà catapultato dall’oggi al domani in una nuova realtà.

"Per lui non sarà semplice. Era proprio questo il problema che noi genitori evidenziavamo. Non si tratta di carenza di nozioni, di lezioni da imparare. L’aspetto più importante per un ragazzo autistico è il passaggio graduale a una nuova realtà che, per lui, diventerà la quotidianità". L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova la stabilità emotiva di Alessandro. E quella che sta per finire non è stata un’estate semplice. 

"Mio figlio era molto ansioso e assorto nei suoi pensieri. Alessandro, così come gli altri ragazzi autistici, anche se non parlano o comunicano in un modo tutto loro, capiscono tutto quello che li circonda e quello che accade. Alessandro aveva capito che dopo l’esame di maturità non sarebbe più tornato in quella scuola insieme ai suoi compagni. Un’esperienza che aveva vissuto alle medie; ma allora superate le prove sapeva che a settembre avrebbe intrapreso un nuovo percorso. Invece questa volta non c’era nulla. Nulla di certo, e questo gli ha provocato disagio e i piccoli imprevisti che normalmente accadono per lui sono diventate tragedie". Queste sono settimane molto pesanti per il ragazzo. "Non ha voglia di partecipare alle attività sportive che sono appena ricominciate e prima gli piacevano. Sente di essere in crisi. Trascorriamo la giornata sempre insieme: io sono diventata il suo porto sicuro". Il Covid ha lasciato una ferita profonda. "Più che il covid è stato il post pandemia a mettere in crisi questi ragazzi. Un ritorno improvviso alla normalità, con un bombardamento di stimoli che per tanto tempo erano mancati e ai quali loro, adesso, non riescono a rispondere".