MAURO CERRI
Editoriale e Commento
Editoriale

Trappole della memoria

A tutti sarà capitato di riconoscere un volto in strada ma non saperlo collegare a un nome. Fastidiosa sensazione. Quando quel viso però ti guarda fisso, esprimendo la stessa incertezza, imbarazzo e curiosità crescono con l’incedere dei passi. Due le cose: abbassare gli occhi, rimandando a più tardi la ricerca nei file della memoria; oppure rimanere nel gioco (di sguardi) e rischiare anche una figuraccia. Tutto ciò mi è capitato lungo un marciapiede dell’affollatissimo corso Buenos Aires. Qui lo sconosciuto, che pur mi pareva di conoscere, si è fermato, mi ha salutato, provando – senza successo – a risolvere il dubbio: secondo lui, sarei stato suo cliente in un locale di Milano dove in realtà non sono mai entrato. No, ci siamo incontrati più volte ma non lì. E dove allora? Non ho ancora la risposta ma in compenso ora conosco il suo nome e, dovessi rivederlo, gli ricorderei di quella volta in cui mi strinse la mano su un marciapiede affollato in un raro momento di umanità metropolitana.