Monza, niente scuolabus per chi abita lontano

Chi sceglie istituti fuori quartiere dovrà fare da solo

Scuolabus

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Monza, 29 luglio 2015 - Non bastano gli aumenti delle tariffe degli scuolabus per garantire a tutti il servizio e a settembre un po’ di alunni resteranno a piedi. Per la prima campanella non passeranno più gli scuolabus per tutti gli studenti delle elementari e medie cosiddetti «fuori bacino». In pratica, mamme e papà che hanno voluto mandare il proprio figlio in una scuola lontano da casa, e non in quella prevista per il quartiere di residenza, dovranno provvedere anche al trasporto: «Da quest’anno – dice chiaramente l’assessore all’Istruzione Rosario Montalbano – il Comune non può più permettersi di svolgere anche questo servizio extra». Tutti gli scuolabus per gli alunni dei bacini d’utenza sono confermati, ma se le famiglie hanno scelto diversamente, dovranno farsi carico della decisione». La prima conseguenza è l’eliminazione di due linee che facevano servizio per gli studenti fuori quartiere: a settembre non passano i bus diretti fino in via Magellano per la media Ardigò ed elementare Rubinowicz per gli alunni che stanno fuori bacino, così come non ci sarà più la linea «San Rocco – Zucchi» che porta gli studenti dal quartiere in periferia alla scuola media di via Toscana. La decisione presa dal Comune arriva anche in un anno in cui sono state applicate con l’ultimo bilancio approvato dal Consiglio comunale un rialzo delle tariffe generali degli scuolabus, che a partire dal prossimo anno potranno avere un rincaro fino all’85% a seconda della fascia di reddito.  Le tariffe del trasporto scolastico tengono conto di 4 fasce Isee, avranno un costo minino di 50 euro fino a un massimo di 250, senza più sconti oltre il terzo figlio. Ma nonostante il rincaro, i soldi non sono sufficienti a coprire anche il servizio extra: «Il costo del trasporto scolastico – ricorda l’assessore – è finora coperto al 91% dal Comune e solo il 9% è richiesto alle famiglie con le tariffe, basti pensare che il costo annuo per ogni alunno che usa il bus è di 1.300 euro ciascuno. Con la fiscalità generale a carico di tutti copriamo il servizio ordinario dei bacini d’utenza, ma non si può far pagare a tutta la collettività anche le scelte individuali delle famiglie che vogliono cambiare scuola al proprio figlio». Il servizio ordinario garantito riguarda gli alunni che, oltre a stare nel bacino di utenza della propria scuola di riferimento, abitano a oltre 1 chilometro dalla scuola elementare oppure 1 chilometro e 300 metri dalla scuola media, oppure ci sono elementi di pericolosità nel tragitto casa-scuola. Chi è fuori da questi parametri non ha diritto ai bus ma «già dall’inizio di agosto sono disponibile a incontrare tutte le famiglie che abbiano necessità diverse – conclude Montalbano – per valutare soluzioni alternative come i pedibus o altre forme organizzate di accompagnamento collettivo dei genitori»