Eunmi dalla Corea alla Brianza: "Parlo con gli spiriti, sono una sciamana"

Un'esponente della tradizione spirituale della Corea del Sud in visita in Brianza

La sciamana Eunmi Pang

La sciamana Eunmi Pang

Monza, 11 gennaio 2018 - Eunmi cammina con passo elegante. Sorride. Stringe la mano delicatamente. È davvero una bella donna, alta, 43 anni, il fisico da modella celato sotto abiti morbidi dai colori pastello. Un matrimonio alle spalle, un figlio che studia in Canada, un padre molto malato alle prese con un tumore. Una vita normale, insomma, fra alti e bassi come tutti.

Proprio tutti, in realtà, no. Perché Eunmi parla con gli spiriti delle rocce, dei boschi, del mare. Dei defunti.  Del tumore del padre, dice lei, aveva saputo ben prima che glielo diagnosticassero i medici di uno degli ospedali piu prestigiosi di Seul.  Dalle nostre parti una donna così probabilmente un tempo l’avrebbero internata, o comunque isolata. In Corea del Sud ci sono 300mila persone come lei. E anche se la cultura ufficiale, e in particolare le altre religioni canoniche, le vede di cattivo occhio, hanno un seguito millenario in tutti gli strati della società. Anche i piu elevati. Manager di grandi aziende (dalla Daewoo alla Samsung), docenti universitari, politici. Lei stessa, Eunmi Pang, riveste anche un ruolo come ricercatrice all’Asia Institute di Seul. In questi giorni, è in Lombardia, accompagnata da un altro studioso, il filosofo biassonese Alberto Caspani dell’Associazione Culturale “Gaetano Osculati”, che collabora molto con l’Icoo, l’Istituto di Cultura per l’Oriente e l’Occidente di Milano. Del resto, la stessa Regione ha firmato lo scorso settembre un accordo con Seul per approfondire gli scambi economici e culturali. E l’Asia Institute ci sta lavorando. 

E allora, chi è Eunmi?  "Una mudang, una sciamana tradizionale. Spirituale". Cosa significa? "Nello sciamanesimo coreano ci sono due tipi di sciamani: i guaritori e quelli come me, che fanno da intermediari con le divinità e gli spiriti" Non è solo supestizione? "Per nulla. Lo sciamanesimo è una religione a tutti gli effetti, che in Corea esiste da migliaia di anni". Lei era una modella, e pure cristiana: non è una contraddizione? "Essere una sciamana è una vocazione, quando ricevi i segni di una chiamata non puoi rifiutarli o è peggio per te. Sin da bambina avvertii i primi segni, passeggiavo con mia madre e all’improvviso sapevo come sarebbe andata a finire una determinata situazione in cui mi imbattevo... Poi a 19-20 anni, quando già lavoravo come modella, ho avuto nuovamente dei segni: mi si annebbiava la vista, entravo come in trance e vedevo cosa sarebbe accaduto a una persona, nel bene e nel male...". E poi? "Un giorno la chiamata degli spiriti si è palesata, ho avuto un’emiparesi alla faccia e per un periodo ogni sera ho cominciato alla stessa ora ad avere la febbre e a stare male. Mi sono rivolta alla medicina ufficiale, ma in ospedale non riuscivano a trovare una spiegazione per questi malesseri ricorrenti e passeggeri. Fino a quando...". Fino a quando? "Mia madre decise di accompagnarmi da una sciamana che viveva vicino a Seul. E compresi di essere una sciamana anch’io: poi ho studiato questa mia nuova condizione e da 13 anni esercito questa professione". È difficile farsi accettare? "Lo sciamanesimo da molti è visto come qualcosa di negativo, di cui vergognarsi. Siamo figure diverse, che non si integrano facilemente con i valori della civiltà moderna".  Anche con le religioni costituite non corre buon sangue. "Io non ho questo tipo di problemi o pregiudizi, ho anche mantenuto un buon rapporto con mio padre che è profondamente cattolico, e ci sono parecchi preti che di nascosto vengono da me quando sono vicini alla morte: il momento del trapasso fa sempre molta paura". Una posizione difficile, la sua... "Vedo a volte cosa accadrà. Capisco le intenzioni delle persone, sento l’odio e il pregiudizio, mi rendo conto se una persona finge". Molti comunque sembra si rivolgano a lei, anche attraverso internet. Chi sono? "Uomini d’affari, ma anche mamme preoccupate per i figli, ragazze che vogliono sapere chi sposeranno, come andranno i loro studi, se resteranno incinte... o persone che vogliono entrare in contatto con i propri avi defunti". Ha mai paura? "Sì, per me e i miei cari, quando scopro cosa succederà e non posso farci niente. Il dispiacere più forte è quando le persone vengono da me già allo stadio terminale di una malattia e io non posso dare speranze, ma solo confermare che il loro periodo su questa terra è finito". E gli spiriti? "Quelli positivi si manifestano a me e non devo neanche cercarli. Quelli negativi invece a volte cercano di proposito di ingannarmi o di essere imprecisi per mettere in difficoltà la mia credibilità. Alle volte cercano addirittura di tentare lo sciamano. A volte è pericoloso essere uno sciamano, ci si ritrova a volte a mettere a repentaglio la propria vita". C’è bisogno di sciamani? "Quando arrivi a un punto in cui la scienza e la società moderna non hanno risposte, noi rappresentiamo l’ultimo appello, ci sentiamo come della madri al servizio dei propri figli". Si guadagna a fare il suo mestiere? "Devo mantenermi, mai però si è sciamani per arricchirsi. Lo sciamanesimo è un sacrificio. Con i nostri rituali e le nostre danze estatiche siamo un collante sociale". Di recente una sciamana è stata arrestata. E la presidentessa della Corea, di cui era il consigliere occulto, è stata esautorata. "Quella non era vera sciamana, ma un’imbrogliona e la gente lo ha capito". Cosa ci fa in Italia? "Con i social network ormai mi contattano da tutto il mondo (un consulto costa 100 dollari, ndr). Il mio piacere è essere un ponte fra culture diverse. E far conoscere la Corea per la sua cultura millenaria".