GABRIELE BASSANI
Cronaca

Scaffali vuoti e fallimento: dipendenti Galax disperati dopo le chiusure a raffica

Saracinesche abbassate in 12 punti vendita su 14 e tre mesi senza stipendio. Il sindacato: "Istanza contro la società per avere gli ammortizzatori".

Il sindaco Andrea Basilico

Il sindaco Andrea Basilico

Trascorsi tre mesi senza ricevere lo stipendio e con 12 supermercati chiusi su 14, i dipendenti della Galax Srl hanno deciso di fare istanza di fallimento per poter accedere almeno agli ammortizzatori sociali. Questa almeno è l’indicazione data qualche giorno fa dal sindacato Fisascat Cisl. La vicenda è per certi versi sconcertante, visto che al momento non ci sono indicazioni ufficiali sulle intenzioni della società, che anche i sindacati faticano a contattare e che si è limitata a comunicare, poco alla volta, la chiusura dei punti vendita "per ristrutturazione".

A Cogliate è successo all’inizio di aprile, dopo che già da prima dello scorso Natale c’erano evidenti segnali di difficoltà nell’approvvigionamento della merce. Stessa sorte per i punti vendita di Seveso, Lomazzo e altre località distribuite soprattutto nelle province di Como e Lecco.

Restano aperti solo due punti vendita, uno a Cesana Brianza, in provincia di Lecco, l’altro a Milano, all’interno della stazione Garibaldi. "Anche se per questi due punti vendita risultano ragioni sociali diverse" dice Andrea Montanari della Filcams Cgil Lombardia.

"La proprietà non risponde alle nostre richieste di chiarimenti, dei tre incontri richiesti si è presentata solo in una occasione, ma senza dare indicazioni chiare. A questo punto abbiamo chiesto l’intervento di Regione Lombardia per aprire un tavolo istituzionale".

In ballo c’è il futuro di 150 lavoratori ma anche quello dei punti vendita che, specie nei comuni piccoli erano un punto di riferimento per i residenti, in particolare per la popolazione anziana impossibilitata a spostarsi. Come a Cogliate, dove il supermercato di via De Gasperi era attivo da molti anni.

Nel supermercato di Cogliate il marchio di vendita all’inizio fu Despar, poi divenne U2 e appena un anno fa l’ultimo cambio di insegna con il passaggio a Carrefour mentre poco prima di chiudere era stata rimossa anche l’insegna della grande catena francese alla quale il punto vendita però era solo affiliato. "Al momento l’unica cosa che risulta al Comune è una comunicazione della società, di qualche settimana fa, in cui annuncia la sospensione dell’attività produttiva" dice il sindaco Andrea Basilico. "Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di coinvolgimento da parte di lavoratori o sindacati, mentre sappiamo che ci sono imprenditori interessati a valutare un subentro".