Chiusura dei supermercati Galax. Le mosse dei dipendenti per ricevere la Naspi e i timori dei sindaci

Dei quattordici punti vendita diffusi al Nord Italia, ne restano attivi solo due: uno nel Lecchese e uno a Milano

Carrelli della spesa (Archivio)

Carrelli della spesa (Archivio)

Seveso –  A Seveso c’erano due dei 14 supermercati gestiti dalla Galax srl, ultimamente con il marchio Carrefour Express, ma solo tramite affiliazione, che sono chiusi ormai da 3 mesi e che hanno lasciato quasi 150 dipendenti senza stipendio. Buona parte dei lavoratori ha deciso di dare le dimissioni per giusta causa e avviare contemporaneamente un’istanza per il fallimento della società. Una mossa che consentirà loro di avere accesso alla Naspi per poter contare su un sussidio minimo statale per i prossimi 12 mesi, durante i quali dovranno cercare delle alternative, dovendo comunque far fronte alle spese famigliari.

A casa 150 persone

“Ora non ci resta che sperare di ricevere presto l’indennità di disoccupazione, che potrà aiutarci almeno per i prossimi 12 mesi, mentre cerchiamo di trovare una soluzione alternativa”, racconta una ex dipendente, oltre 25 anni di presenza all’interno dell’azienda, che ha già cambiato proprietà in passato, anche attraverso precedenti procedure di liquidazione.

“Quello che sta accadendo è incredibile e nessuno sembra in grado di impedirlo. La società ha lasciato a casa di fatto quasi 150 dipendenti, senza alcuna spiegazione, comunicando solo con degli avvisi fuori dai negozi presunte ristrutturazioni, che ovviamente non sono mai partite. Hanno lasciato aperti solo due punti vendita, tramite un affitto di ramo d’azienda ad altra società, che ora sta addirittura cercando personale”.

A Seveso la questione dei due negozi chiusi e dei dipendenti senza lavoro preoccupa anche la sindaca Alessia Borroni. “Erano negozi di prossimità, importanti anche per il quartiere, ed in particolare per le persone anziane. Penso soprattutto al negozio dell’Altopiano che dal momento della chiusura ha creato un grosso disagio. In questi giorni stiamo cercando di confrontarci con Confcommercio per capire quali prospettive si possono aprire”.