
“Colpo di Grazia”, il film antagonista a puntate che attacca la ex Giunta con una satira grottesca sul presunto malaffare dell’Urbanistica, l’epilogo è ancora più grottesco: a processo i due tecnici che si sono occupati della diffusione online per concorso in diffamazione con soggetti rimasti ignoti. Il 31 gennaio non si ritroveranno a giudizio al Tribunale di Monza gli autori di “Colpo di Grazia”, che si nascondevano sotto lo pseudonimo della fantomatica regista Skyler Grey, perché non sono mai stati identificati. A denunciarli l’ex sindaco Dario Allevi, che si è costituito parte civile. A rendere nota la querela erano stati proprio gli antagonisti sostenendo che "si contesta, all’interno del primo episodio del film il riferimento ad accordi illeciti tra il cav. Mattoni (costruttore senza scrupoli) e il sindaco (quello immaginario del film, ovviamente)". La Procura aveva disposto il sequestro dei server che ospitavano il sito web e il blocco del dominio, e i carabinieri avevano perquisito ufficio e proprietà di un fornitore informatico, a cui erano stati sequestrati pc e dispositivi personali. Infine anche il canale Youtube del film era stato parzialmente oscurato. A darne notizia sempre gli stessi “antagonisti”, parlando di "incredibile escalation censoria e repressiva".
Gli autori si difendono sostenendo che “Colpo di Grazia” è dichiaratamente una fiction. Se è corretto affermare che è ambientata a Monza e trae parzialmente spunto da vicende reali, "è ridicolo dover ribadire che personaggi, dialoghi, azioni e situazioni sono frutto della creatività della regista. Chi ha portato dal piano artistico a quello giudiziario il prodotto cinematografico dimostra di aver scarsissima capacità di distinzione fra realtà e finzione".
Stefania Totaro