
Riquadri e pon pon all’uncinetto: "Questo è il filo della speranza"
Giornata internazionale della sordocecità, a Lesmo tornano i colori dello Yarn Bombing, quarta edizione, per ricordare i diritti dei sordociechi. Le opere, vero e proprio esempio di street-art realizzato dagli ospiti della residenza del Filo d’oro, oggi regaleranno al pubblico un’esplosione di vivacità all’entrata del Comune, sulla cancellata dell’oratorio della parrocchia di Santa Maria Assunta e su tutte le panchine della fermata dei pullman in via Provinciale, a due passi dalla sede della Fondazione. Riquadri colorati e pon pon, realizzati a maglia o all’uncinetto, raccontano il desiderio di autonomia e di dignità. "Il ‘filo’ ha un significato simbolico molto importante per noi, ricorda il ‘filo aureo della buona amicizia’, scelto nel 1964 dalla nostra fondatrice per far conoscere al mondo questa disabilità della quale la società sembrava non accorgersi – spiega Patrizia Ceccarani, segretario del Comitato tecnico-scientifico ed etico –. L’iniziativa è un’occasione importante per sensibilizzare tutti alla causa attraverso la bellezza e la solidarietà che ci permetterà di aumentare la conoscenza di questa condizione e ricordare i diritti di chi non vede e non sente". Il progetto artistico su larga scala incentrato sul tatto ha un’altra valenza: "Combattere il pregiudizio" che accompagna sempre l’handicap e in particolare questa realtà. "Ogni anno la Giornata ci aiuta a ribadire che vogliamo essere noi a scrivere il romanzo della nostra vita – dice Francesco Mercurio, presidente del Comitato persone sordocieche della Fondazione –. Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di poterlo fare al meglio, raggiungendo la massima autonomia possibile e che ci vengano riconosciute le stesse opportunità degli altri cittadini".
Un programma riassunto alcuni mesi fa in un Manifesto presentato alle istituzioni. "Siamo soddisfatti – aggiunge – dell’impegno del Governo e del Parlamento che in un decreto di maggio hanno messo, finalmente, la persona al centro nella sua ricchezza e non più la minorazione, come succedeva prima. Il traguardo è lontano, ma siamo sulla strada giusta". L’obiettivo? "Fare in modo che ogni sordocieco possa esprimersi come riesce e diventare così protagonista della propria storia".
Barbara Calderola