Ricorso respinto, pure Angela in cella

Aveva armato il fratello Michele che nel 2017 uccise con un colpo di pistola il vicino per le liti fra cane e gatto

di Sonia Ronconi

Già ad aprile la Corte di Cassazione non ha accolto il ricorso della difesa: ora sono definitive le sentenze per l’omicidio di Giuseppe Piazza a Besana nel 2017. I carabinieri venerdì scorso hanno accompagnato in carcere anche Angela Scarfò, sorella di Michele, l’uomo che il 22 giugno del 2017 ha ucciso a Besana in Brianza, a colpi di pistola, Giuseppe Piazza. L’esecuzione della custodia cautelare è scattata dopo che la Corte di Cassazione ha confermato le condanne respingendo i ricorsi: l’uomo, già in carcere, dovrà scontare 17 anni, la donna – finora libera – 11 anni. La donna, a differenza del fratello, non era sottoposta a provvedimenti restrittivi cautelari. I due sono ritenuti responsabili dell’assassinio di Giuseppe Piazza, 55 anni, ucciso da un colpo di pistola nel pomeriggio del 22 giugno 2017 nel cortile della casa di corte comunale dove abitava a Besana Brianza.

Michele Scarfò, 56 anni, ha impugnato la pistola che ha colpito la vittima all’addome ma, ad armare la sua mano, è stata la sorella di 61 anni, che viveva da mesi un clima di pesanti rapporti di vicinato con Pino Piazza a causa della difficile convivenza in cortile tra il cane di lei e il gatto di lui e ha chiamato il fratello in qualità di "maschio di famiglia", come aveva già fatto altre volte in passato, "a prendere le parti sue e della figlia".

La Corte di Assise di Monza li aveva condannati a 17 e 12 anni, pena scesa di 1 anno in appello per la donna. È stato confermato in via definitiva anche il diritto a ottenere un risarcimento dei danni per le parti civili, i tre figli della vittima, rappresentati dagli avvocati Luisa Bordeaux e Christian Galantucci.

I militari hanno quindi prelevato la donna, oggi 67enne, nella sua abitazione di Besana in Brianza e l’hanno accompagnata alla Casa circondariale di Milano San Vittore dove dovrà scontare 11 anni per il concorso con il fratello nell’omicidio di Giuseppe Piazza e per detenzione illegale di armi. Infatti, fu proprio lei a reperire l’arma del delitto – mai ritrovata – e a passarla al fratello che uccise il vicino di casa.

Nella circostanza, la capillare e veloce attività di indagine condotta dalla stazione di Besana in Brianza unitamente all’aliquota operativa dei carabinieri di Seregno aveva sin da subito consentito di individuare l’autore del reato e poi, grazie a delle tracce di sangue che portavano verso l’abitazione della donna, l’attenzione dei militari si era concentrata anche su di lei, trovata in casa con 55 proiettili compatibili con la pistola utilizzata nell’omicidio, verosimilmente gettata nel lago di Valmadrera.