
di Barbara Calderola
Il cellulare è rovente. Messaggi e chiamate arrivano uno dietro l’altro. Chi stringe il direttore in un abbraccio a distanza, chi gli augura nuove fortune. Nunzio Del Sorbo si concede una battuta: "Le gioie della pensione". Da ieri, non guida più l’Asst Brianza. Il passaggio del timone a Marco Trivelli arriva alla fine di un anno drammatico, l’ultimo di una carriera nella sanità pubblica. Cominciata, a Vimercate, nel 1981. Proprio da qui è partito per ricoprire tanti incarichi. Nel gennaio 2019 la Regione lo riporta a casa dal San Matteo di Pavia, quasi a chiudere un cerchio, e lui prende di petto il rilancio di reparti e corsie dopo lo scandalo dentiere.
Punta sul ricambio generazionale e costruisce un’architettura che permette a Desio di riunirsi a Vimercate senza pagare pegno, "ma anzi con un programma di crescita". I primi 12 mesi volano fra intelligenza artificiale e digitalizzazione "ma senza lasciare indietro nessuno". Per gli “over“ che di computer non ne vogliono sapere, ci sono le maschere come a teatro. Tiene d’occhio budget e bilanci, ma non si dimentica che le cure devono avere un’anima. Fa piazzare un pianoforte nella hall di ingresso che tutti possono suonare.
Scelte che raccontano una gestione almeno tanto quanto i quasi 5 milioni di investimento sull’algoritmo capace di accelerare diagnosi e terapie direttamente al letto del paziente. "La tecnologia al servizio di chi soffre, una frontiera che abbiamo esplorato con tutti i mezzi. Il percorso è tracciato, sono sicuro che Trivelli saprà coglierne importanza e prospettive".
Tutto interrotto dal virus con i suoi numeri terribili: "Tremila pazienti assistiti, con punte di 250 al giorno, e un totale di 420 morti. Un carico di dolore che ha cambiato la mia vita e la sanità. Non solo l’organizzazione, ma il senso delle cose". Il direttore ha guardato avanti anche nel momento peggiore: "Siamo stati fra i primi a mettere in campo una nuova normalità". Percorsi separati, appuntamenti, tanta telemedicina e legame con il territorio. Il recupero dell’ex ospedale che ha sbloccato "va in questa direzione" con ambulatori, riabilitazione, ostetriche e servizi in città. Lascia un altro progetto da portare a termine: la degenza di comunità. Un reparto cuscinetto fra le dimissioni e il rientro in famiglia, uno dei nervi scoperti del sistema.