FABIO LUONGO
Cronaca

Quando l’arte dialoga con l’arte. Il nuovo riscopre i grandi maestri

I disegni e le sculture di Alice Ronchi creano una suggestiva connessione emotiva con le opere della collezione permanente del MAC di Lissone firmate anche da De Chirico, Dorazio, Schifano e Perilli.

Quando l’arte dialoga con l’arte. Il nuovo riscopre i grandi maestri

Quando l’arte dialoga con l’arte. Il nuovo riscopre i grandi maestri

Più di 40 disegni e sculture, tra cui diversi inediti e nuove produzioni. Opere di una tra le artiste italiane più stimolanti, che mette le sue creazioni in dialogo emotivo con alcuni capolavori della Collezione storica del MAC firmati da maestri come De Chirico, Dorazio, Schifano e Perilli. È quanto proporrà dal fine settimana la nuova mostra allestita dal Museo d’Arte Contemporanea di Lissone: sotto il titolo “Amami Ancora“ sabato alle 18 verrà inaugurata l’esposizione personale della 34enne di origini piacentine Alice Ronchi (nella foto). Il progetto si sviluppa su tutti e quattro i piani del MAC e si compone di oltre 70 opere (comprese quelle del MAC). Accanto a lavori nuovi e ad altri ormai storici ce ne saranno alcuni inediti e alcuni rimasti per anni nello studio dell’artista: tutti entreranno in dialogo con le tele della collezione permanente frutto dello storico Premio Lissone degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, quando la città brianzola divenne uno dei centri di riferimento a livello internazionale per l’arte contemporanea. I dipinti con cui le opere di Ronchi si relazioneranno sono di Mario Schifano, Giorgio De Chirico, Piero Dorazio, Gino Meloni, Achille Perilli, Claude Bellegarde, Cheval-Bertrand. Il titolo della mostra, “Amami Ancora“, richiama infatti la necessità per le opere d’arte di vivere, per essere riscoperte e nuovamente apprezzate, uscendo dalla nostalgia che finisce per racchiuderle nei depositi. "“Amami Ancora“ è un progetto le cui radici risiedono nel mio cuore da molto – spiega Alice Ronchi –. Ancora non sapevo quali forme avrebbe assunto, ma per anni l’ho nutrito con un’attenta ricerca rivolta agli artisti della prima metà del ‘900 italiano, dedicandomi per lo più alle opere su cui lo sguardo dello spettatore sembrava non posarsi da tempo. Un percorso intimo di dialogo con la storia, una ricerca ancora in divenire, che ha trovato la sua prima espressione nella mostra al MAC".

L’allestimento, raccontano dal Museo, "prende avvio dal piano interrato, dove i lavori di artisti quali Peter Bruning e Piero Ruggeri, caratterizzati da pennellate nervose e da colorazioni cupe, per lo più nere, esprimono un chiaro turbamento". Salendo, i toni si alleggeriscono. "Le opere, pur portando con sé l’esperienza del dolore, lasciano trasparire l’espressione della fragilità dell’animo, seguita dalla purezza e dal desiderio di gioia – sottolineano dal MAC –. Fondamentale in questo percorso di ascesa è il ruolo svolto dalla luce, che da sempre è parte integrante, insieme al colore e alla materia, della cifra espressiva di Ronchi". La mostra si potrà visitare fino al 19 maggio con ingresso libero.