DARIO CRIPPA
Cronaca

Quando erano Re, la Brianza fra le 4 corde

Un libro racconta per la prima volta l’epopea dei grandi pugili brianzoli, fra ori olimpici, palestre fumose e voglia di riscatto

Ernesto Fomenti sul ring

Seregno (Monza e Brianza), 13 marzo 2022 - "Ad accoglierlo a Seregno in quella piovosa giornata di metà agosto del 1948, c’erano diverse centinaia di tifosi e appassionati che qualche giorno prima, attraverso la radio, avevano esultato per la sua splendida vittoria". Ernesto Fomenti, da Cassina Savina di Cesano Maderno, aveva fatto qualcosa destinato a restare nella storia della “noble art”. Aveva appena vinto la medaglia d’oro di pugilato ai Giochi Olimpici di Londra. Ecco, si potrebbe partire da queste parole, da questa citazione e da questo racconto per descrivere un libro eccezionale appena pubblicato da Gigi Baj, giornalista seregnese, già storico corrispondente del quotidiano Il Giorno e insegnante in pensione. Il libro – 70 pagine – si intitola “Il pugilato si racconta- I mitici anni della noble art a Seregno e... dintorni”.

Gigi Baj, appassionato di vaglia di sport come il pugilato (ma non solo), lo aveva in canna da anni. Dentro, una panoramica godibilissima di un mondo che non c’è più, ma che per decenni seppe appassionare ed emozionare migliaia di persone, in Brianza anche, che dal quadrato delle palestre sfornarono a getto continuo campioni e atleti di prim’ordine. Dalla Pugilistica Seregnese, i talenti cresciuti in Brianza seppero scrivere pagine di steria indimenticabile. Non solo Ernesto Formenti. I pugili prescelti sono una settantina. Cesare Albertini, che grazie alla boxe guarì dal soffio al cuore; Cesare Bagnoli, il gigante buono; oppure Mario Casati da Sovico, fortissimo tra i dilettanti, imbattuto tra i professionisti, ottimo sangue, se si considera che il padre Luigi fu un validissimo maestro capace di portare Lorenzo Zanon, fra i suoi alievi più brillanti, al titolo europeo.

E poi figure come il picchiatore Flavio Tarcisio; il pioniere Franco Ciceri; Dino Frignati, il piccolo muratore dal pugno pesante: Affondando nelle storia di inizio secolo, impossibile non menzionare Carlo Orlandi, il “Negher di Porta Romana”, un ragazzo sordomuto che, partito da Seregno, fu il primo italiano a mettersi al collo un oro olimpico addirittura ai Giochi di Amsterdam del 1928. La sua vicenda ha del leggendario. Mentre nella storia più recente il cuore batte ancora per personaggi umili come Gioacchino Satalino, riscatto sul ring di un ragazzo del Sud costretto a masticare pane, rabbia e dignità prima di emanciparsi e farsi amare dalla sua gente.

Uno spazio speciale va a Lorenzo Zanon, campione europeo dei pesi massimi come di diceva, che andò in America a contendere la cintura mondiale addirittura al leggendario Larry Holmes, dopo aver incrociato i guantoni con stelle come Ken Norton o Jarry Quarry. I filmati girati al Caesars Palace di Las Vegas sono ancora in rete a raccontarlo. Ma nel libro non mancano figure romantiche come quella di Franco Capozzi da Seregno, “l’arbitro gentleman”, ra i più noti arbitri internazionali negli anni Sessanta e Settanta.

Fare una cernita su chi citare e chi no, è comunque un torto. Tante storie, pagine in cui perdersi, riscatto, passione, sofferenza. Quella che rimane alla fine è il profumo del sudore, dell’olio di lino, del cuoio, del fumo delle sigarette che aleggiava a bordo ring e che ancora oggi sembra trasudare da ogni poro della carta di un libro prezioso che narra la voglia di rialzare la testa e affrancarsi dai pugni della vita dimostrata da tanti ragazzi. “Quando eravamo Re” sussurrava un film che raccontò l’epopea Muhammad Alì-George Foreman. Ora c’è un pezzo di storia in più.

Ogni scheda è un gioiello scolpito nella memoria, una fotografia d’ antan abbinata alle immagini di oggi che ritraggono i protagonisti di un’epoca. Peccato solanto che qualcuno dei protagonisti nel frattempo sia morto, nostalgia canaglia. Ma questo libro è tutto per loro e le loro famiglie. Le fotografie sono anche loro un omaggio e un tesoro: vengono dallo sterminato archivio di Attilio Pozzi, storico fotografo del Giorno, che in tante interviste ha accompagnato Gigi Baj anche in questo viaggio. Il libro non verrà venduto, ma sarà possibile trovarlo in alcuni punti della città di Seregno, le edicole ad esempio. Basterà lasciare un’offerta libera, se si vuole. Gigi Baj si schermisce, ma i proventi delle vendite saranno devoluti ai profughi dell’Ucraina. Perché il pugilato è scuola di vita e insegna a combattere. A tutte le latitudini.