MARCO GALVANI
Cronaca

Pronto soccorso chiuso Il triage si fa in autodromo

Gli arrivi in codice verde dirottati in un’area allestita tra pista e centro medico dove è già un viavai di ambulanze che poi portano i pazienti fuori provincia

di Marco Galvani

Un check point clinico avanzato anche in autodromo. In rinforzo a quello attivato in via Novara a Milano.

Dopo la decisione di domenica di chiudere l’accesso ai pronto soccorso degli ospedali di Monza e di Desio per i pazienti non gravi, l’Agenzia regionale emergenza e urgenza ha allestito una seconda postazione proprio per la gestione dei codici verdi nella cosiddetta area del parco verifiche del circuito, tra l’ingresso della pit-lane e il centro medico dell’autodromo.

Il check point è diventato operativo già da ieri mattina e resterà attivo tutti i giorni, dalle 7 alle 19, fino a quando non sarà passata la fase di emergenza di questa seconda ondata che sta mettendo a dura prova la tenuta degli ospedali del territorio. "Siamo arrivati veramente allo stremo - conferma il sindaco di Monza Dario Allevi -. Nella prima ondata il San Gerardo è stato il secondo ospedale dopo quello di Brescia per il Covid, con a fine marzo 600 pazienti ricoverati e 95 in terapia intensiva. Allora non c’erano focolai da noi e abbiamo aperto le nostre porte alle persone che arrivavano dal resto della regione".

Adesso, invece, "si sono capovolti i rapporti, i focolai sono a Monza, Varese, Milano e quindi siamo noi ad avere bisogno di Bergamo, Brescia e Cremona". La "preoccupazione è altissima", con "file interminabili di ambulanze" e problemi "anche per tutti gli altri pazienti che si stavano curando al San Gerardo per altre patologie".

Nasce da questa situazione la decisione da domenica di accogliere nei pronto soccorso soltanto i casi più gravi dirottando sui check point i codici verdi.

Del resto "la capacità di mantenere attivo un ospedale dipende dall’equilibrio tra entrate ed uscite di pazienti - chiarisce il direttore dell’Asst di Monza, Mario Alparone -. Questo equilibrio da circa una settimana è compromesso per due fattori. Il primo dipende dal fatto che i trasferimenti di pazienti che prima venivano assorbiti dagli altri ospedali della Brianza ora è venuto meno e diventa urgente che si attivino maggiormente trasferimenti anche verso ospedali meno colpiti dal nostro. Il secondo dipende dal fatto che abbiamo un numero straordinario di operatori positivi perché ora siamo noi l’epicentro della pandemia".

"Il personale - continua Alparone - era sufficiente in ‘tempo di pace’, non più in questa eccezionale situazione. Non è il momento delle polemiche, però il trasferimento in altri ospedali è fondamentale, creare posti liberi non è possibile dalla sera alla mattina ma, quando lo hanno chiesto a me, io l’ho fatto".