STEFANIA TOTARO
Cronaca

Monza, il procuratore Gittardi: massima attenzione ai reati che avvelenano l’economia

La linea del nuovo capo della Procura: massima attenzione alla criminalità che sottrae risorse collettive rilevanti

Claudio Gittardi

Monza, 2 giugno 2020 -  "La Procura deve essere molto attenta a combattere quei reati che fanno venire meno il principio di libera concorrenza delle imprese e alienano risorse collettive rilevanti perché questi sono furti all’ennesima potenza". Il nuovo procuratore della Repubblica di Monza Claudio Gittardi dichiara guerra agli illeciti commessi soprattutto ai danni dell’economia di una Brianza da sempre operosa. Gittardi, 63 anni, cittadino monzese, da ieri ufficialmente è a capo della Procura di via Solera. Proveniente da Sondrio dove è stato procuratore della Repubblica, prende il posto lasciato lo scorso settembre per raggiungimento dell’età della pensione da Luisa Zanetti, che dal 2016 ha ricoperto il ruolo al vertice della Procura monzese. In questi mesi a svolgere le funzioni di procuratore è stata la procuratrice aggiunta Manuela Massenz.

Procuratore, si è già reso conto di come è la situazione nel territorio della giurisdizione della Procura di Monza? "È dal 13 maggio, ossia da quando c’è stata la delibera del Plenum del Consiglio superiore della Magistratura che mi ha nominato procuratore della Repubblica monzese, che sono venuto a Monza per cercare di capire gli aspetti organizzativi. Questa di Monza è una Procura complessa, in un territorio molto attivo dal punto di vista economico. Noi magistrati dobbiamo avere l’esigenza di porre come attività fondamentale l’accertamento dei reati che indeboliscono la pubblica amministrazione, reati comuni e connessi alla criminalità organizzata che sottraggono risorse e opportunità e fanno venire meno il principio della libera concorrenza. Se esistono fenomeni che alterano l’equilibrio delle imprese noi dobbiamo stare molto attenti".

Quali invece i problemi e le carenze della Procura monzese? "È un ufficio che funziona. Dal punto di vista strutturale e logistico siamo messi bene. Le carenze del personale ci sono, in misura meno drammatica rispetto al Tribunale, ma ci sono. C’è la necessità di colmare le carenze esistenti dal punto di vista quantitativo e qualitativo rispetto anche alla formazione professionale del personale. Abbiamo bisogno di risorse per sistemare tutta una parte dell’attività che non si basa soltanto sul nostro impegno personale. Ci mancano due sostituti procuratori: un posto è vacante e un altro è previsto dall’ampliamento dell’organico. Nei 5 anni che sono stato procuratore a Sondrio siamo riusciti ad abbattere gli arretrati di oltre il 25%. Spero di riuscire a dare il mio contributo anche alla Procura monzese".

Quali modifiche alle disposizioni anti Covid-19 verranno adottate in Procura ora che la fine dell’emergenza sanitaria da Coronavirus per la giustizia è stata anticipata dal 31 luglio al 30 giugno? "Le cautele contro la pandemia sono ancora necessarie, speriamo di poterle diminuire sempre più e di tornare a riprendere l’attività normale il più possibile. Le udienze da remoto erano indispensabili nella fase dell’emergenza Coronavirus e le disposizioni adottate sono un rimedio necessario. Le manterremo, se dovremo farlo, entro certi limiti, almeno per le attività non urgenti e per quelle che non richiedono l’ammissione di prove".

Lei quindi non crede che la stanza virtuale del giudice sia una formula che, dopo essere stata imposta dall’emergenza Coronavirus, possa diventare una regola per la giustizia monzese? "Dubito che si possano svolgere tutte le udienze da remoto per sempre. Entro certi limiti, la stanza virtuale ben venga se, ad esempio, devo parlare con un avvocato che dovrebbe arrivare a Monza da lontano o se devo tenere una riunione e posso evitare di fare spostare delle persone da luoghi distanti. Durante l’emergenza Coronavirus ho lavorato attraverso non solo la piattaforma Teams ma anche con messaggi su Whatsapp. Per le udienze o i processi o si seguirà una disciplina a carattere generale oppure daremo spazio agli avvocati e agli altri addetti ai lavori per giungere ad un accordo che porti alla firma di un protocollo di intesa".