BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Processo sul mattone sporco a Usmate Velate: il Comune si costituisce parte civile

Il Comune di Usmate Velate si costituisce parte civile nel processo sul mattone sporco, coinvolgendo Antonio Colombo e altri imprenditori per corruzione e frode fiscale.

Il Comune di Usmate Velate si costituisce parte civile nel processo sul mattone sporco, coinvolgendo Antonio Colombo e altri imprenditori per corruzione e frode fiscale.

Il Comune di Usmate Velate si costituisce parte civile nel processo sul mattone sporco, coinvolgendo Antonio Colombo e altri imprenditori per corruzione e frode fiscale.

Lunedì, in tribunale a Monza, all’udienza preliminare del processo sul mattone sporco a Usmate Velate, ci sarà anche il Comune. L’Amministrazione, infatti, si è costituita parte civile. Una decisione ipotizzata fin da quando gli sviluppi dell’inchiesta sui dossier edilizi finiti nel mirino dei magistrati facevano pensare che si sarebbe arrivati qui.

La scelta per tutelare l’ente, dopo l’arresto e il rinvio a giudizio dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico, Antonio Colombo e di otto imprenditori al centro di un sistema rodato, secondo l’ipotesi della Procura brianzola. Nuovo capitolo nell’indagine che scuote il borgo alle porte di Monza da giugno dell’anno scorso. Un fulmine a ciel sereno per l’amministrazione comunale, estranea ai fatti, ma bersagliata dall’opposizione di centrodestra che ne ha sempre chiesto la testa dal punto di vista politico.

Non la pensano così gli elettori che a giugno hanno riconsegnato la guida del Municipio alla dem Lisa Mandelli. Una scelta contestata dalle forze di minoranza - brucia ancora lo scarto di appena 43 voti -, ma confermata, ai primi di ottobre, dal Tar della Lombardia al quale i conservatori si erano rivolti per il riconteggio delle schede, negato.

Era il 29 aprile scorso, invece, quando i finanzieri del Comando provinciale di Monza avevano eseguito le ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e sei agli arresti domiciliari, emesse dalla gip del Tribunale di Monza, Angela Colella, su richiesta del pm Carlo Cinque. In carcere erano finiti Colombo e i costruttori Galdino Magni e Alberto Riva, mentre ai domiciliari erano andati Francesco Calogero Magnano, il geometra di Berlusconi e gli imprenditori Antonella Cantù, Donato Magni e Luigi Roncalli e pure Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo.

I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale. Per Alberto Riva era poi scattata un’altra ordinanza cautelare in concorso con Antonio Colombo per un cantiere di tre palazzine di tre piani in via Manara (nella foto) che è stato sequestrato seminando il panico tra le famiglie che hanno già pagato per avere uno dei 24 appartamenti.