A 10 anni dal fallimento della Bames, ex Ibm poi Celestica, fiore all’occhiello della Silicon Valley brianzola e finita invece per chiudere i battenti nel 2013 lasciando a casa 850 lavoratori, si chiude l’istruttoria del processo per bancarotta fraudolenta. E non verrà sentito come testimone la memoria storica della vicenda, l’ex sindacalista Gigi Redaelli che ora rappresenta il comitato degli ex dipendenti (nella foto) parti civili al dibattimento: testimonianza non ammessa perché ritenuta superflua. "Non capisco, ma mi adeguo – dice Gigi Redaelli –. Peccato perché avrei avuto modo di far comprendere alcuni passaggi che di fatto hanno portato al riconoscimento di parte civile di alcuni ex dipendenti per il danno morale a partire dal "peccato originale" come spesso l’ho descritto". L’ex sindacalista si riferisce al fatto che "il presidente e amministratore delegato di Celestica Italia Luca Bertazzini nel settembre 2006, a poco più di un mese dalla firma del protocollo di reindustrializzazione (firmato anche dalle Istituzioni) ha annunciato la vendita alla Bames di Vittorio Romano Bartolini di tutte le attività e gli immobili di Celestica e diventa amministratore delegato di Bames. Nel fare questa operazione viene stravolto completamente il senso del protocollo (sottoscritto anche da lui) che doveva vedere la presenza di soggetti industriali che prendevano in carico i dipendenti Celestica". Per Redaelli "quando ci sono state le prime difficoltà e sono venute meno le loro convenienze scaturite dagli accordi commerciali, le società se ne sono potute andare lasciando i dipendenti in carico a Bames e Sem con tutte le problematiche che poi si sono susseguite". Il 15 novembre la parola alla pubblica accusa.
Stefania Totaro