Presunta corruzione a Seregno: l'ex direttore fa scena muta

Presunta corruzione in Gelsia. L’ex direttore fa scena muta

Presunta corruzione in Gelsia. L’ex direttore fa scena muta

L’ex direttore generale di Gelsia Ambiente Antonio Capozza, condannato, ma non per corruzione, a 2 anni e 8 mesi di reclusione, annuncia di avvalersi della facoltà di non rispondere al processo sulle presunte tangenti per un appalto da oltre 2 milioni di euro sulla raccolta dei rifiuti in Brianza. Il dibattimento si è aperto al Tribunale di Monza nei confronti dell’unico imputato che non ha chiesto riti alternativi, Cosimo Damiano Sfrecola, residente a Barletta, amministratore di una società pugliese che faceva capo all’associazione temporanea di imprese coinvolta. Cinque le persone imputate a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta, truffa, false fatturazioni e autoriciclaggio di denaro. Tre i patteggiamenti tra i 3 e i 4 anni di pena, quest’ultima andata all’ex presidente del cda di Gelsia Ambiente (costituita parte civile) Massimo Borgato, che verrà sentito come gli altri come testimone nella prossima udienza fissata al 30 ottobre. Ieri è stato invece sentito il luogotenente della Guardia di finanza di Monza che ha eseguito le indagini. "L’attenzione è caduta sui servizi di raccolta dei rifiuti che la Aeb svolgeva attraverso Gelsia Ambiente – ha spiegato il finanziere – e in particolar modo su un appalto per la fornitura di sacchi dotati di un microchip dove emergeva un’ipotesi di accordo corruttivo con i vertici della società".

Era maggio 2021 quando la Finanza ha eseguito 5 misure di custodia cautelare ai domiciliari chieste dai pm, che hanno poi ottenuto il sequestro dei 60mila euro ritenuti profitto dei reati. Secondo l’accusa, Capozza e Borgato avrebbero accettato la somma per agevolare gli imprenditori, facenti capo ad una associazione temporanea di imprese di Barletta, per aggiudicarsi nel 2017 la gara d’appalto.

S.T.