STEFANIA TOTARO
Cronaca

Poliziotto spacciatore, l’inchiesta va alla Dda

In casa 15 chili di hascisc, 2 di marijuana, 30 grammi di cocaina, 4 serre, 110mila euro e biscotti al Thc per fidelizzare i clienti più giovani

di Stefania Totaro

Passa dalla Procura di Monza a quella della Direzione distrettuale antimafia di Milano l’inchiesta sul poliziotto monzese e i due presunti complici del supermarket della droga in Brianza. Intanto l’agente ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari.

Gli arresti erano scattati lo scorso maggio per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A fare scattare le manette sono stati gli stessi uomini della Squadra Mobile della Questura di Monza, che da giorni avevano iniziato a pedinare il giovane collega delle Volanti, 32 anni, da poco più di un anno in servizio sul territorio monzese. L’operazione è scattata quando gli inquirenti hanno visto una 22enne entrare nell’abitazione del poliziotto e uscirne con un carico di droga. Dopo averla bloccata e arrestata, gli agenti hanno perquisito l’appartamento del poliziotto e in seguito le altre due case dei presunti complici, oltre alla ragazza anche un giovane egiziano, fra Monza e Concorezzo. Il bilancio è risultato pesante: 15 chili di hascisc, 2 di marijuana e 30 grammi di cocaina. Oltre a 6 scatoloni di biscotti, caramelle e sciroppo ad altissima concentrazione di Thc, il principio attivo della cannabis. E 4 serre con 10 piante di canapa già pronte. Sequestrati anche 110mila euro in contanti, ritenuto dagli inquirenti solo una parte del provento dell’attività illecita. Un giro di spaccio che era destinato anche ai giovanissimi. Per gli inquirenti i dolciumi “farciti”, probabilmente importati dall’estero, venivano venduti o addirittura utilizzati come gadget omaggio da allegare alle dosi di sostanze stupefacenti vendute ai clienti più piccoli per introdurli all’uso della droga o invogliarli a fidelizzarsi. Proprio l’entità di spessore della vicenda e i suoi collegamenti che andrebbero ben oltre la Brianza sarebbero all’origine del passaggio del fascicolo penale alla Direzione distrettuale antimafia milanese. Subito dopo il suo fermo, all’interrogatorio davanti alla gip del Tribunale di Monza, il poliziotto aveva chiesto gli arresti domiciliari a casa della madre temendo per la sua “incolumità” dietro le sbarre.

Prima di lui erano stati già interrogatori l’altro giovane e la ragazza di 22 anni. Per tutti la giudice aveva confermato le richieste di convalida con la custodia in carcere chieste dal pm della Procura di Monza Carlo Cinque. Poco dopo la ragazza era stata scarcerata, mentre è ancora detenuto l’egiziano. Il difensore del poliziotto, l’avvocato Amedeo Rizza, ora è riuscito a fargli ottenere i domiciliari.