
"Il vero virus sono le privatizzazioni, gli appalti e lo smantellamento dello stato sociale".
È la scritta sullo striscione lungo almeno una decina di metri che ieri mattina è stato srotolato di fronte all’ingresso dell’ospedale San Gerardo per la manifestazione organizzata da Usb, Unione sindacale di base. Un presidio promosso a livello regionale dalla sigla sindacale che ha scelto Monza e il suo ospedale perché "è uno degli emblemi di cosa è accaduto in Lombardia. Paghiamo anni di tagli alla sanità e il San Gerardo arrivato al collasso è una delle conseguenze più evidenti", viene ripetuto con l’altoparlante dai sindacalisti che si alternano al microfono. Tra i portavoce di Usb a Monza c’è Davide Scorzellli (nella foto), rappresentate sindacale al San Gerardo e infermiere di terapia intensiva che da mesi denuncia la situazione critica dell’ospedale.
"Monza è ora l’epicentro della seconda ondata ma anche di cosa non va in Lombardia – dice Scorzelli –. Già da prima dell’epidemia avevamo segnalato difficoltà per il personale sanitario, carenza di organico, problemi con i turni, i riposi e le ferie, ma da parte dell’azienda ospedaliera non c’è stata né considerazione e neppure risposte con i dati sulla situazione. Solo nelle ultime settimane, con il peggiorare dell’emergenza, sono stati forniti alcuni dati sul personale, ma ancora non è sufficiente. E il problema è che questa situazione poi, oltre a gravare sui lavoratori dell’ospedale, la pagano i cittadini con carenze e meno servizi".
Martino Agostoni