di Gualfrido Galimberti
"Abusi e maltrattamenti sono stati coperti per cinquant’anni, ora è il momento di dare una svolta. Sono convinta che le Farfalle di Desio, loro malgrado, stanno aprendo un fronte decisivo. Grazie a loro assisteremo a un profondo cambiamento non solo nella ginnastica ritmica, bensì nello sport in generale".
È davvero determinata Daniela Simonetti nella battaglia a favore di uno sport rispettoso della dignità della persona. Ha fondato l’associazione ChangeTheGame insieme ad Alessandra Marzari (presidente del Consorzio Vero Volley di Monza) e ora sta offrendo un sostegno concreto ad alcune delle ragazze che hanno denunciato maltrattamenti nella ginnastica. "Purtroppo – spiega Simonetti – si tratta di situazioni che spesso non vengono a galla facilmente. Tutti i maltrattamenti sono coperti dal sistema sportivo o dallo stesso timore che hanno gli atleti nel denunciare. Chi parla sa bene che mette fine alla sua carriera. Non a caso, a sollevare il problema sono state ex ginnaste che non hanno nulla da perdere. Però non commettiamo un grave errore: il fenomeno degli abusi e dei maltrattamenti è da estendere anche agli altri sport". La presidente di ChangeTheGame cita anche dati relativi all’attività svolta dalla sua associazione: "Noi abbiamo circa 200 segnalazioni relative al mondo della ginnastica, ma anche più di un centinaio che riguardano altre discipline. L’elenco è lungo: si va dall’equitazione alla pallavolo, dal calcio al rugby. Inquieta davvero sapere che i maltrattamenti si spingono perfino alla realtà degli scacchi. Poi bisogna dire che ogni disciplina ha la sua forma di abuso più specifica: nel rugby, per esempio, è più diffuso il bullismo; nel calcio non mancano casi di pedofilia. La faccia della violenza si adatta a ogni tipo di sport". La convinzione di Simonetti è che il fenomeno vada comunque ben oltre questi dati. "Una indagine promossa in sei differenti Paesi, con il sostegno della Commissione Europea, ha messo in luce un dato preoccupante: il 75 per cento degli atleti ha confessato di aver subito almeno un episodio di violenza nella sua carriera sportiva. I nostri 300 sono la punta di un iceberg". L’associazione tuttavia, ha l’intenzione di esplorare questo fenomeno e di combatterlo con ogni mezzo. "Il primo passo – spiega la presidente – è stato quello di commissionare un’indagine a un’azienda specializzata, in pieno accordo con il Dipartimento per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il lavoro sarà completato in un paio di mesi, ma i primi riscontri ci dicono che la situazione è molto grave e sconcertante. Questo dimostra che c’è una situazione di impunità totale e di sdoganamento degli abusi".
Simonetti ha qualcosa da rimproverare anche alla Federazione Ginnastica d’Italia: "Innanzitutto mi chiedo perché non sono ancora state sospese le due persone indagate. E poi vorrei sapere perché istituire la figura del safeguarding officer che fa riferimento alla federazione stessa anziché essere un ente terzo e imparziale". Parole di incoraggiamento, invece, per le ginnaste: "Per loro e per tutte le vittime di abusi istituiremo un fondo nel 2023: non hanno avuto l’adolescenza che speravano, vorremmo aiutarle ad avere il futuro che desiderano".