Più casi di disagio sociale, meno servizi

L’allarme dei sindacati Cgil, Cisl e Uil: accessi aumentati del 20% dopo il lockdown, tagliate le risorse

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Sono in aumento in Brianza i casi di disagio sociale e lavorativo dovuti a problematiche post-Covid, ma allo stesso tempo sono in calo i servizi sul territorio per il sostegno e la salute mentale. E’ l’allarme che lanciano i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza di fronte alla situazione lasciata da due anni di emergenza sanitaria che ha portato molte persone, e soprattutto i giovani, a fare i conti con drastici cambiamenti di abitudini, esperienze di isolamento, attività interrotte e aumento delle distanze sociali e anche lavorative. Una misura di questo fenomeno viene data dall’attività degli sportelli sindacali diffusi sul territorio brianzolo dedicati al Disagio Lavorativo, un servizio che ha visto aumentare gli accessi di almeno il 20% nell’ultimo periodo e che ha registrato molteplici segnalazioni dovute all’insorgere di problematiche legate alla salute mentale tra i lavoratori.

"Le conseguenze della pandemia sulla salute della parte più giovane della popolazione, ma non solo – si legge in una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil Monza e Brianza – avranno sicuramente una portata devastante che dovrà essere assorbita da una rete di servizi dotata di risorse e competenze".

In questo scenario è necessario aumentare, rafforzare e diffondere i servizi dedicati alla salute mentale mentre invece "purtroppo – denunciano i sindacati – in Brianza sta avvenendo esattamente l’opposto. I servizi della salute mentale sono cronicamente a corto di risorse e personale ed apprendiamo la drammatica notizia della chiusura del reparto di Psichiatria (Spdc) dell’ospedale di Desio, che sembra essere il colpo finale. Fino ad oggi le maggiori carenze di personale sembravano colpire soprattutto i servizi territoriali di psichiatria (Centri Psico Sociali) e per questo non abbiamo mai smesso di chiedere l’adeguamento degli organici e delle risorse, almeno fino al 5% del bilancio sanitario complessivo, così come concordato anni fa con la Regione". C’è un impoverimento dei servizi col sistema sanitario regionale che "parla tanto di Case di Comunità, di servizi di prossimità" mentre i pochi servizi territoriali che ci sono "vengono chiusi per mancanza di investimenti".

M.Ag.