
Pinna, conchiglie e magia La piscina delle sirenette "Quando siamo sott’acqua tutti i sogni sono uguali"
di Cristina Bertolini
"Tutti i sogni sono uguali sott’acqua". E si possono anche realizzare. Come quello di diventare sirenetta. Niente è impossibile per la società sportiva monzese Corona Ferrea e i suoi 150 iscritti. Ragazzi speciali. Atleti con disabilità cognitiva capaci di raggiungere traguardi mondiali. Come la partecipazione agli Special Olympics. E l’ultima frontiera, racconta il direttore sportivo Lucia Zulberti, è la creazione del gruppo delle Sirenette. Si tratta di una nuova specialità, molto in voga all’estero, di nuoto con una monopinna e un costume che arriva fino al bacino e rende le nuotatrici in tutto simili a sirene. La prima a sperimentarlo è stata Anita Greco, fresca medaglia d’oro ai Mondiali Special Olympics di Berlino, conclusi il 26 giugno.
"Apriremo questa esperienza tra settembre e ottobre – anticipa Lucia Zulberti – con le atlete agoniste di Special Olympics, un’avventura nuova per chi già ha una grande acquaticità, insieme a Moky Mermaid di Monica Prina e Monica Magni, ex atlete agoniste di nuoto sincronizzato". "Si tratta di una specialità che unisce la tecnica dell’utilizzo della monopinna a competenze di apnea – svela Monica Prina – e il mio sogno sarebbe quello di proporre alle ragazze coreografie da nuoto sincronizzato". Chiusa la piscina Pia Grande da metà luglio per ristrutturazione, si tratterà di trovarne un’altra. Papabile la Piscina Villoresi, gestita dalla società H2O. Le ragazze del Corona Ferrea hanno già provato l’esperienza che apre un mondo di fantasia, complice anche il recente revival del film “La Sirenetta“. Abituate a nuotare sia in piscina sia in acque libere e quindi con una muscolatura ben preparata, si apre per loro un immaginario fantastico: evaporano i confini della piscina e ci si immerge nel sogno di mille avventure, tra sirene e tritoni. I meravigliosi costumi variopinti che vestono le ragazze e la monopinna sono un plus ulteriore per le amanti dell’acqua e del mare. Crescono nell’acqua le ragazze con sindrome di Down del Corona Ferrea. Fin da quando hanno un anno e mezzo. Acquistano pian piano forza e coordinazione, in un contesto rassicurante che rievoca e valorizza l’esperienza acquatica del grembo materno, ma nel segno dell’inclusione. Gli atleti partecipano alle gare di Special Olympics, sentono un senso di appartenenza e possono significativamente interagire con gli altri, sviluppare reciprocamente relazioni gratificanti, sono riconosciuti come collaboratori e sono accolti con l’accettazione e il rispetto. Per avvicinare le ragazze al “Mermaiding“, ovvero il nuoto a sirena, vera e propria specialità di nuoto, Monica e Monica tengono una lezione open, chiamata Experience, consigliata soprattutto a chi sa già un po’ nuotare e non ha paura di andare sott’acqua.
Subito le ragazze provano la pinna e il costume variopinto con cui fare una foto ricordo, ben truccate e pettinate e poi si passa all’allenamento propedeutico di nuoto delfinato, con tavoletta, giochi nell’acqua con cerchi, raccolta di oggetti e conchiglie sul fondo della piscina da vere sirene, durante i quali viene girato un video personalizzato. "Quando Lucia ci ha portato Anita – racconta Monica Prina – pensavamo di trovarci di fronte a una sfida difficile, ma subito ci siamo accorte che nuota meglio di noi". Per le più temerarie, il mermaiding potrebbe anche diventare una prospettiva di lavoro. Sì, perché come spiega Monica Prina, negli Stati Uniti sirene professioniste lavorano negli acquari, offrendo evoluzioni simili al nuoto sincronizzato, così come alle feste private nelle lussuose proprietà della Florida.