Pia Berlucchi e l’Accademia della Cucina

Una serata di convivialità e cultura culinaria a Misinto con Pia Donata Berlucchi, ospite d'eccezione. Racconti di vita, solidarietà e passione per il cibo e il vino. Prospettive di crescita per l'Accademia Italiana della Cucina.

Pia Berlucchi e l’Accademia  della Cucina

Pia Berlucchi e l’Accademia della Cucina

Una serata tra ottimi piatti, buon vino e un racconto di vita con un’ospite d’eccezione: Pia Donata Berlucchi era tra i conviviali della cena organizzata dalla delegazione brianzola dell’Accademia Italiana della Cucina, guidata da Andrea Vagliè, che si è svolta al ristorante Club Horses di Misinto. Si tratta di una realtà associativa importante, fondata da Orio Vergani nel 1953, e ancora oggi capace di coinvolgere un gran numero di persone. E a tavola hanno dato prova di tutta la loro conoscenza, degustando i piatti che hanno composto le singole portate, raccontando quali erano i punti di forza e le qualità da apprezzare. Protagonista della serata Pia Donata Berlucchi, che ha conquistato tutti con il suo charme, e la sua umiltà. Ha spiegato cos’è la Franciacorta, a partire dalle origini di questa terra, ma offrendo il punto di vista di chi vi è nato e cresciuto.

Dalle storie dei mezzadri ha dunque raccontato la crisi dell’agricoltura, fino ad arrivare alla scelta di rilanciarsi puntando sulla produzione del vino. In tutto questo una costante: la sua famiglia, sempre attenta al senso di comunità e pronta a compiere gesti di solidarietà nei confronti delle persone in difficoltà. Un valore, quello della solidarietà, imparato fin da piccola e che nei prossimi giorni la porterà anche a Monza con le Donne del Vino per una raccolta fondi a favore dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Quanto alla delegazione monzese dell’Accademia Italia della Cucina, è uscito il ritratto di una realtà in gran fermento. Nuove iniziative sono all’orizzonte, tra aggregazione e didattica: perché solo chi ha la competenza può comprendere fino in fondo il valore del cibo che, oltre a essere buono, alla fine a tutt’oggi è la prima vera ricchezza del made in Italy.

G.G.