REDAZIONE MONZA BRIANZA

Perù Amico d’Italia: "Donne e violenza, basta. E ora aiutiamo i figli"

L’appello della comunità sudamericana in Brianza

I carabinieri esplorano l’area dell’ex caserma abbandonata in cui è stata strangolata la vittima

I carabinieri esplorano l’area dell’ex caserma abbandonata in cui è stata strangolata la vittima

Uscire dalla spirale d’odio e abbracciare quei due poveri ragazzi assicurando vicinanza e impedendo che finiscano in un clima di vendetta. È una persona saggia e concreta Ana Maria Bobadilla Vilchez, presidente dell’associazione “Perù Amico d’Italia“, referente di una comunità peruviana che in Brianza conta almeno seimila persone. Gente tosta, persone che lavorano sodo (dalla logistica alla ristorazione ai servizi sanitari), perfettamente integrate. Domenica scorsa si sono ritrovate in Duomo a Monza con canti, danze, l’inno peruviano e quello italiano intonati sul sagrato in occasione del 204esimo anniversario dell’indipendenza del Perù.

Ana Maria riflette sull’ultima vicenda di cronaca nera e si commuove. "Voglio ricordare quanto detto dall’arciprete di Monza monsignor Marino Mosconi, alla nostra messa: si è appellato nell’omelia alla compassione. Siamo tutti fratelli e stiamo tutti soffrrendo. Colgo l’occasione per fare appello alla comunità di Monza e della Brianza, oltre a quello della comunità peruviana, affinché non siano lasciati soli questi due ragazzi, i figli della vittima, che non hanno colpa di niente, bisogna intervenire su di loro attraverso un aiuto psicologico ed economico, visto che la mamma non c’è più e il padre andrà in galera". Ana Maria spiega: "In questo momento bisogna prendersi cura di loro dato che i parenti lavorano tutti: non possono stare da soli". "Le donne non si toccano", riflette ancora, e anche per questo "proporrò una panchina rossa presso il consolato generale del Perú a Milano".

Spazio a una riflessione e al cordoglio. "Con profondo dolore condanniamo l’ennesimo femminicidio: il silenzio non è più un’opzione. Da parte mia e di tutta l’Associazione culturale peruviana in Italia, rivolgiamo il più sentito cordoglio ai familiari e amici di questa donna. Chiediamo con urgenza alle istituzioni, in Italia e in Perù, di attivare misure concrete di prevenzione (formazione obbligatoria, sportelli di supporto, campagne d’informazione, controlli rigorosi sulle armi regolarmente detenute). Non possiamo assistere più al ripetersi di tragedie simili".

E solidarietà concreta: "La nostra associazione offre supporto (sportello, ascolto, orientamento legale, psicologico) a tutte le donne peruviane e latino-americane in Italia che vivono situazioni di violenza. Siamo dalla parte di chi soffre in silenzio". Sempre con un’apertura al dialogo: "Invitiamo tutte le comunità italiana e peruviana a unirsi nel promuovere iniziative contro la violenza di genere: incontri culturali, seminari, momenti di riflessione. È tempo di unire le forze". Per i figli della vittima c’è bisogno di un aiuto urgente ora che sono rimasti orfani, soprattutto psicologico. "E lo ripeto: la nostra Associazione culturale “Perù Amico d’Italia” si attiverà per proporre una panchina rossa presso il mio consolato generale del Perú a Milano. Un progetto simbolico e sociale nato in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza contro le donne, in particolare sui femminicidi. L’iniziativa prevede l’installazione di una panchina verniciata di rosso in spazi pubblici come scuole, parchi, comuni, università, ospedali, aziende.

Sarebbe bello che la comunità brianzola si impegnasse poi ad aprire un crowdfunding per sostenere i due ragazzi orfani.

Da.Cr.