MARTINO AGOSTONI
Cronaca

Per il Comune va chiuso Boggi ricorre al Tar

L’outlet dell’abbigliamento è da anni ospitato in un edificio industriale nel quale non era prevista una licenza per svolgere attività commerciali

di Martino Agostoni

Si apre una nuova causa milionaria contro il Comune e al centro della questione c’è lo storico negozio di abbigliamento da uomo aperto da decenni con entrate su via Borsa 23 e anche su via Galilei 36. Negli ultimi anni è il Boggi Factory Store di Monza, prima ancora si è chiamato a lungo Tarabini, da generazioni è conosciuto dai monzesi come un grande magazzino che propone soprattutto vestiti da uomo e capi eleganti a prezzi convenienti, come un outlet, ma ora secondo il municipio in tutto questo tempo quello spazio tra le vie Borsa e Galilei non sarebbe dovuto essere aperto come attività commerciale.

L’attuale ampio negozio di abbigliamento a metà strada tra il quartiere Cederna e il centro è stato ricavato all’interno di un capannone che fino al 1960 era usato per attività industriali e che, una volta cessata la produzione, è stato dato in affitto per svolgere attività commerciali. I problemi con l’Amministrazione comunale sono emersi quando le due società proprietarie, la “Lambro Confezioni sc” e la “Tessilmonza sc”, hanno messo in vendita l’immobile, un’operazione che ha fatto avviare anche un accertamento sulla destinazione funzionale dello spazio e ha fatto emergere la licenza edilizia originaria, risalente al dicembre 1960, che autorizzava la funzione industriale e quindi non quella commerciale.

Un anno fa, le due società proprietarie dell’immobile hanno inviato in municipio una proposta per raggiungere un accordo per risolvere la questione, successivamente integrata con nuovi documtrasmessi lo scorso marzo e poi in agosto, ma da parte del Comune a fine luglio è stato avviato il procedimento per ordinare il ripristino dello stato dei luoghi. Una procedura contro cui il 12 novembre è stato notificato al municipio il ricorso al Tar in cui viene chiesto al tribunale amministrativo di dichiarare illegittimo il silenzio mantenuto dal Comune rispetto alla proposta presentata a dicembre 2019 e di ritenere illegittima anche la comunicazione dell’avvio del procedimento per il ripristino dei luoghi. Viene poi richiesto ai giudici di accertare l’obbligo del municipio di prendere in considerazione la proposta dei proprietari e di svolgere le azioni conseguenti, e infine anche di condannare il Comune al pagamento 3,89 milioni di euro di danni, oltre agli interessi. La replica dell’Amministrazione monzese è della scorsa settimana, quando è stato approvato dalla Giunta di costituirsi in giudizio contro il ricorso e di affidare la difesa all’avvocatura comunale. Ora il negozio è regolarmente aperto e spetterà al giudice decidere.