ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

L’orto in mezzo alla case: meloni e nespole secolari nell’oasi lungo il Lambro. La spesa? Si fa sugli alberi

Monza, i volontari del circolo di Legambiente coltivano la riserva naturale di piazza Castello. “I prodotti della terra sfamano la fauna locale e quello che avanza lo mettiamo in tavola”

T15CN-E

I volontari di Legambiente al lavoro per coltivare l’orto nell’oasi di piazza Castello

Monza – Una riserva di natura, piante rigogliose e frutti nel cuore urbano della città. Al ritorno dalle ferie del periodo agostano, l’oasi di Legambiente di piazza Castello, a due passi dalla stazione, si è ripresentata ai volontari che se ne prendono cura più lussureggiante che mai. Vicino alla riva del Lambro che la attraversa rendendone i terreni fertili, nell’arco del mese di agosto hanno dato i loro frutti delle piante di pomodoro e una piccola anguria, mentre nei pressi della scalinata in pietra è spuntato un melone. Delle belle (e buone) sorprese che vanno ad arricchire la presenza di frutti spontanei che popolano l’area verde: già da tempo vi sono infatti radicati un grande nespolo e due alberi di fichi.

“Non siamo stati all’oasi per il periodo feriale di agosto – spiega Anna Da Re, presidente di Legambiente Monza –. Al rientro le volontarie e volontari che si prendono cura della zona protetta hanno trovato una trentina di piante di pomodoro, in parte sotto la gradinata, zona che si allaga spesso con le acque del Lambro, in parte sulla spiaggia. Sempre sulla spiaggia poi anguria e meloni: si tratta quasi certamente di semi portati dall’acqua del fiume”.

“Visti i fine luglio e l’agosto così caldi in città, con quasi nulla di pioggia – continua l’ambientalista –, le piante hanno avuto quasi un mese e mezzo di sole continuo e temperature alte per germinare e fruttificare. Si tratta di coltivazioni che beneficiano molto di temperature alte e raggi solari continui”. Da qui la doppia valenza di questa sorpresa estiva: “Se da un lato abbiamo accolto piacevolmente il sorgere dei nuovi frutti – puntualizza –, dall’altro sono segnali tangibili del cambiamento climatico in corso. Un tempo questo tipo di coltivazioni in Brianza avrebbero avuto molta più difficoltà ad arrivare a fruttificare”.

Intanto i volontari di Legambiente continuano a prendersi cura del tanto, anzi, tantissimo che la riserva contiene, andando a compiere interventi di controllo e manutenzione una o due volte a settimana. “Il nostro nespolo ha circa un secolo di vita – continua l’attivista –, e ci offre sempre tanti frutti rigogliosi, così anche i fichi, che spesso diventano cibo delizioso per gli uccellini. Ciò che rimane sugli alberi in genere lo prendiamo noi volontari per consumo privato”. “La parte di raccolta è quella più piacevole del nostro lavoro – conclude Anna Da Re –, quella invece più difficile e onerosa è quando avvengono piene del Lambro per eventi climatici avversi e il fiume straborda portandosi dietro di tutto. Dopo le piene di maggio abbiamo trovato computer, pezzi di vetro, stracci. In questi casi le operazioni di pulizia diventano molto impegnative”.

Un impegno che preserva un luogo naturale prezioso. Appena fuori dal centro della città, l’oasi di piazza Castello resta ben nascosta dalle edificazioni che ha intorno. Situata alla confluenza del fiume Lambro con il Lambretto, è costituita in buona parte da terreno alluvionale arricchito di una folta vegetazione e di tante specie animali. Oltre alla ricchezza naturale vanta importanti manufatti storici e idraulici che ne contornano l’area fluviale. Il Circolo Legambiente di Monza ha cominciato a occuparsene dal 2002, con importanti opere di sistemazione e la piantumazione di nuove specie autoctone. Almeno una volta al mese l’Oasi apre a visite libere per la cittadinanza. Lo farà anche questo settembre, il 29, agganciandosi alla biciclettata che partirà da Villa Mirabello in programma per il Festival del Parco.