Omicron vola e fa scattare l’allarme

Oltre 30 ospedalizzati a Vimercate, Desio e Carate pronti a riaprire i reparti. Monitoraggio in attesa del picco

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di Barbara Calderola

Omicron 5 fa scattare l’allarme. Più di 30 ricoverati fra Vimercate, Desio e Carate "pronti a riaprire i reparti Covid".

L’Asst Brianza non ha mai abbassato la guardia, ma ora che i contagi risalgono e il picco si avvicina - dovrebbe essere a metà mese - è massima allerta in azienda.

Il piano anti-virus è già stato tirato fuori dal cassetto, "ma le regole base non sono mai cessate", come i percorsi separati per contagiati e le precauzioni per esami, visite e interventi per tutti. Un protocollo d’emergenza che ha cambiato faccia alle cure, "al quale i pazienti si attengono con rigore. La collaborazione non manca". Anche se la nuova ondata fa paura "per la sottostima dei numeri, legata all’auto-diagnosi con tamponi fai-da-te senza relativa denuncia alle autorità sanitarie, quando il risultato è positivo", da qui il monitoraggio scrupoloso della minima variazione nel tasso di occupazione dei letti.

I casi oggi sparsi nei tre presidi, 21 a Vimercate, 9 a Desio e 3 a Carate, 33 in tutto, non sono tali da far destinare intere aree nei singoli poli ai malati, "ma la situazione potrebbe cambiare". L’argine delle vaccinazioni ha funzionato, "chi ha l’infezione non è arrivato in corsia per il Covid, ma per altri problemi e durante gli accertamenti è emersa anche la polmonite da Sars-Cov 2. Nessuno, per ora, ha bisogno di assistenza respiratoria – sottolinea la direzione – ma il quadro non va sottovalutato".

Lo sa bene chi ogni giorno varca la soglia degli ambulatori. La prevenzione "è l’arma più efficace", "mascherine e responsabilità sono i binari che ci permettono di portare avanti l’attività". La corsa contro il tempo per recuperare i controlli persi passa soprattutto "dallo scongiurare altre chiusure", una rotta che impone "sacrifici a tutti".

Uno dei momenti più difficili è senza dubbio l’ingresso al pronto soccorso da soli, senza accompagnatori, esclusi per diminuire il rischio di contagio.

Nulla in confronto a quando i degenti non potevano ricevere visite se non in casi eccezionali, "ma pure sempre pesante per chi non sta bene: siamo consapevoli delle difficoltà, ma queste regole sono necessarie per tutelare tutti. E quanto ce ne sia bisogno è evidente dai numeri in aumento".

La malattia non è sconfitta, l’estate è un momento di tregua, anche se quest’anno è meno efficace, l’equilibrio sin qui è stato garantito dalle tre dosi, "l’unica ancora di salvezza contro il nemico. La vera incognita resta l’autunno".