REDAZIONE MONZA BRIANZA

Uccise i genitori con un posacenere: assolto per infermità mentale

Il 41enne Giuseppe La Mendola raccontò ai carabinieri di aver sentito delle voci e di averli assassinati perché gli volevano fare del male di Marco Galvani

Veduggio, Giuseppe La Mendola uccide i genitori (Brianza)

Veduggio con Colzano, 15 luglio 2014 - "Assolto perché incapace di intendere e di volere per infermità al momento dei fatti". Si chiude così il processo in Corte d’Assise a carico di Giuseppe La Mendola, il 41enne che la sera del 14 febbraio scorso ha ucciso i genitori nella casa in cui vivevano in via Dante a Veduggio con Colzano. Con un sottovaso e un posacenere in vetro l’uomo si era accanito sul padre Vincenzo La Mendola, 75 anni, e sulla madre Angelina Incannella, 79 anni, raccontando poi ai carabinieri di aver "sentito delle voci" e di averli dovuti uccidere perché "gli volevano fare del male". Rinchiuso nelle ore successive al duplice omicidio in carcere a Monza e sottoposto a perizia psichiatrica, è stato dichiarato affetto da un grave disturbo della personalità, quindi totalmente incapace di intendere e di volere quando ha ucciso i genitori, una coppia di origine siciliana ma trapiantata in Brianza da oltre 40 anni, una vita spesa per quel figlio che soffriva di problemi psichici da 20 anni. Ieri in Tribunale a Monza l’acquisizione degli atti delle indagini preliminari e l’apertura del dibattimento con la costituzione di parte civile della sorella della signora Angelina perché "vogliamo accertare eventuali responsabilità di altri", spiega l’avvocato Paolo Mariani. In particolare "vogliamo acquisire la documentazione redatta dai medici dell’ospedale San Gerardo, a cui Giuseppe La Mendola si era rivolto con la madre sia la sera precedente sia la mattina stessa dell’omicidio chiedendo, invano, di essere ricoverato".

Tutti d’accordo sull’assoluzione per incapacità di intendere e di volere dell’imputato, che almeno per i prossimi 10 anni resterà ricoverato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere - dove peraltro già si trova - prima di essere nuovamente sottoposto a valutazione psichiatrica per accertare che non sia più socialmente pericoloso.

marco.galvani@ilgiorno.net