Solaro, omicidio Radaelli: ucciso per una lite di condominio

L'uomo sarebbe stato ammazzato dal vicino di casa

Omicidio Redaelli, i rilievi delle forze dell'ordine

VISMARA BRIANZA SOLARO DELITTO - MICHELANGELO REDAELLI UCCISO NEL BOX DI CASA

Solaro (Milano), 29 gennaio 2019 - Ha lasciato la casa aperta, con la luce della cappa della cucina accesa, per scendere nel box dove è stato ucciso con due coltellate alla gola. Questi gli ultimi momenti di vita di Michelangelo Redaelli, il disoccupato 54enne di Solaro il cui cadavere è stato rinvenuto la sera del 23 dicembre del 2017.

Per i carabinieri e il pm della Procura Carlo Cinque il killer è il vicino di casa Mario Zaffarana, muratore 59enne, ora accusato di omicidio volontario premeditato al processo davanti alla Corte di Assise. Ieri il dibattimento è entrato nel vivo proprio con la testimonianza del tenente Francesco Lionello, comandante del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Desio, che si è occupato delle indagini. «Siamo stati chiamati da due amici della vittima che non riuscivano a contattarlo e sono andati a casa di Redaelli in via Parini a Solaro e hanno trovato l’appartamento non chiuso a chiave - ha ricostruito il tenente - La casa era perfettamente in ordine e c’era la luce della cappa accesa, il telefono cellulare e le sigarette sul tavolo. Il box era invece chiuso a chiave e, quando l’abbiamo aperto, abbiamo trovato il cadavere». I militari hanno chiamato il medico legale per il sopralluogo. «Il corpo, che indossava il giubbetto solo sulla parte destra, era alla sinistra della Cinquecento di Redaelli, con la schiena alla parete del box, in una pozza di sangue - ha raccontato Elisa Palazzo dell’Istituto di medicina legale - Il decesso è da fare risalire da 20 a 35 ore prima del ritrovamento. L’autopsia ha rivelato che la morte è avvenuta per asfissia e dissanguamento a causa di due fendenti di arma da taglio infilzati nel collo che hanno reciso la carotide». Movente dell’omicidio sarebbero le «molestie condominiali» del 54enne.

«La vittima, che viveva solo, era estremamente attento all’ordine e alla pulizia, in modo quasi maniacale, anche dell’auto che, secondo i vicini di casa, era sempre intento a pulire e lucidare - ha dichiarato il tenente Lionello - Aveva abitudini condominiali particolari: non faceva entrare nessuno in casa, la doccia la faceva nell’albergo di un amico ogni sabato mattina. Era stato richiamato dai coinquilini perché si lavava e lavava l’auto con l’acqua condominiale attraverso un lavandino nel corridoio dei box e andava a fumare nell’androne del condominio». Il nome di Mario Zaffarana è emerso quando vicini e amici di Michelangelo Redaelli hanno dichiarato che il 54enne raccontava di essere stato aggredito dal muratore due anni prima, un episodio che non è mai stato denunciato. Puntando il faro sul muratore 59enne, i carabinieri hanno raccolto elementi indizianti nei suoi confronti. «La vittima è stato visto nel suo box alle 13.45 del 22 dicembre e dal gps sull’auto di Zaffarana risulta che dalle 13 alle 15.25 l’imputato era a casa. La sera ha incontrato in un locale gli amici, a cui ha raccontato che nel suo condominio avevano trovato un uomo ucciso. Ma il cadavere è stato scoperto il giorno seguente».