
Il luogo dell'omicidio a Misinto
Misinto (Monza Brianza), 8 febbraio 2021 - Ventitré anni di reclusione è la condanna per omicidio volontario aggravato e porto abusivo di arma da fuoco chiesta dalla pubblica accusa al processo davanti alla Corte di Assise di Monza nei confronti di Carmelo Volo, l'82enne di Misinto che il 20 giugno scorso ha scaricato 5 colpi di pistola contro il vicino di casa Bruno Piuri, 58 anni, perché sulla stradina privata che divideva le loro abitazioni l'anziano aveva notato quel giorno l'indesiderata presenza di un camion per gli spurghi.
Il pm della Procura di Monza Carlo Cinque ha contestato l'aggravante dei futili motivi ma ha concesso all'imputato le attenuanti generiche. I difensori di parte civile che rappresentano i familiari e i parenti della vittima hanno chiesto che sia contestata anche l'aggravante della premeditazione e che venga sottoposta a sequestro, in vista del risarcimento dei danni, la casa dell'imputato, ceduta alla badante "con un atto simulato di compravendita perché la donazione poteva essere impugnata dal figlio che lui voleva diseredare".
Una ricostruzione che non è piaciuta all'82enne, collegato dal carcere al processo in videoconferenza. "I miei soldi li posso pure dare a un cane in bocca - ha detto Carmelo Volo - Io ho un figlio ma gli voglio lasciare solo gli occhi per piangere e così anche ai miei parenti. Con la mia defunta moglie abbiamo deciso di lasciare la casa alla badante a cui è stata venduta regolarmente". La difesa del pensionato non ha potuto chiedere l'assoluzione dell'imputato perché l'82enne ha subito confessato il delitto, ma punta a ridurre la pena con la seminfermità mentale sostenendo che l'imputato era vittima di una paranoia sul passaggio nella stradina privata da condividere, che lo ha convinto di essere un perseguitato. Dalle testimonianze al dibattimento è emerso che l'82 negli anni Novanta, quando abitava a Cogliate, aveva sparato con una scacciacani contro il laboratorio di un altro vicino di casa perché faceva fumo bruciando i trucioli nella caldaia. La sentenza è prevista per il 29 marzo.