
Presentato il nuovo magazine interamente pensato e scritto dai reclusi
Dentro ci sono le loro storie, il racconto di come le loro vite a un certo punto siano cadute nell’abisso. E della voglia di rivedere la luce. “Oltre i confini magazine“ è la rivista scritta dai detenuti della casa circondariale di via Sanquirico a Monza, divenuti qualcosa di più di semplici scrittori occasionali. Dietro al magazine semestrale - la cui prima edizione è uscita a gennaio e una seconda si prevede a fine mese -, c’è una vera e propria redazione giornalistica, composta da dieci elementi diretti dalla giornalista e poetessa Antonetta Carrabs (foto), impegnata da tanti anni a dare voce a chi vive la detenzione. L’altro ieri pomeriggio la rivista è stata ufficialmente presentata alla sala conferenze della casa circondariale, gremita di personalità della politica monzese. "La rivista si pone come ponte tra l’istituto e l’esterno - commenta la direttrice della casa circondariale di Monza, Cosima Buccoliero -, facendo vedere quanto siamo in grado di fare prodotti di qualità". "Io sono venuta a trovare la redazione e ho visto la passione che ci mette in questo lavoro - commenta Alessia Villa, presidente della Commissione regionale sulla Tutela dei diritti delle persone private della libertà -. Investire sul tempo della detenzione, affinché non sia un tempo vuoto, è un dovere morale prima ancora che politico". Ma il centro della scena è stato per Antonetta Carrabs e la sua redazione. Con in mano la rivista – elegante nella grafica, con foto in grande formato e colonne strette, che ricordano lo storico settimanale Omnibus di Leo Longanesi -, la giornalista ha sottolineato come il magazine ospiti scritti di detenuti ma anche di figure di rilievo del mondo della giurisdizione, della cultura e della società. "Non siamo mai stati censurati dalla direttrice e questo ci rafforza - commenta -, questo è un percorso di emancipazione, dentro cui i volontari sono preziosissimi. I detenuti si riabilitano attraverso la scrittura". I detenuti-giornalisti ci hanno tenuto a ringraziare le istituzioni presenti, iniziando dalla direttrice del carcere, per la sua umanità, affermando la loro volontà di reinserirsi nella società. Carrabs, suffragata dalle parole del presidente della Camera penale di Monza, Marco Negrini, e del garante dei detenuti di Monza, Roberto Rampi, ha chiuso ricordando un concetto semplice ma spesso dimenticato: "Anche se hanno sbagliato, sono persone".
A.S.